Pasquale Stanislao Mancini - Discorso ... sulla questione romana e sulle condizioni ...

' . '\ ( 8 mere i risultamenti che scaturiscono da tutta la · discussione ed i termini ulti~i in cui la quistione ormai trovasi ridotta, perchè stimo non essere senza utilità riconoscere e porre in aperta luce le conclusioni pratiche alle quali conduce il sistema propugnato dagli orator~ della parte della Camera in cui seggo. Quanto alla quistione interna, ed in ispecie per ciò che riguarda le condizioni delle provincie napolitane, anzichè limitare i molti oratori che quasi con coltello anatornico riaprirono lé piaghe dolorose che travagliano le infelici po- . polazioni del mezzogiorno, p~r esagerarne ancora l'importanza ed esporle al vostro sguardo; anzichè pretendere di pa-ssare ancora una volta a rassegna una serie più o men lunga di minute lamentanze, senza la possibilità di una sufficiente indicazione di corrispondenti ri1nedi, tenterò piuttosto di compendiare le .cause di quei mali in qualche formola sintetica che meglio conceda la ricerca dei mezzi di riparazione; e nel _tempo stesso mi rivolgerò al Governo per manifestargli schiettamente alcuni miei desiderii, giustificando così l'ordine del giorno da me pro- · · posto ieri in forn1a di ammendamento, nel quale appunto quei voti medesimi si trovano espressi. Così sarà ancora risparmiato alia Camera di udire una seconda volta la mia voce per lo svolgimento di quella proposta. · Signori, il vostro voto del 27 marzo nella questione romana può dirsi in un suo capo essenziale accettato da tutte le parti di quest'Assemblea, in quanto cioè esso riconobbe una' verità che gli oratori di sinistra come di destra con nobile lealtà in qùesti giorni proclamarono, che una tale' questione non è di quelle che si possono troncare .colla violenza e colla spada, ma che essa racchiude -veramente un arduo problerria morale, nella cui soluzione • '

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