Massimo d'Azeglio - Discorso ... e altri pronunciati ne' banchetti tenuti in Pesaro

24 suoi Principi. - Gioberti, Balbo , D'Azeglio, sommo triumvirato italiano, hanno protetato questi tempi, hanno avviati per questa strada, creduta per lo avanti impraticabile; e noi avremo ottenuto l'intento, se saprcrno unire i cuori c le braccia, come sono uniti i de~ideri. Pere h è d, intorno all'Astro divino, che dev'essere nostra guida, si addensano, si accavallano de1Je nubi, negre come lo spirito d, averno, spesse così, che tolgo.. no la vista a guardare. Italiani! quelle nubi cuopriranno la SteJJa, perchè ai pochi venti, che ora si apprestano a combarterla, mancherebbe ]a forza. Italiani ! Chiamate i vostri venti che soffiano in dì v erse direzioni, chiudeteli in un otre; poi tostochè di tutti questi ne sarà fatto uno solo, schiudete l' otre, e saraun•> fugate le nubi. Colla similitudine della nave per icolante nelJa procella, Rieozi toJse Roma da sonno di secoli; possa io destarvi un solo pensiero, che valga a mostrare, corr1e neLla nostra Concordia stia Ja nostra Indipendenza! La Storia non ne ha tramandate le gesta degli Avi per farci boriosi e petulanti , ma per ammaestrarci a fuggire gli scogli, in cui urtando le navi che pJreva sfidassero iJ cielo colle loro antenne, divennero ludibrio delle onde c dei venti. Noi d.obbìamo adunque essere uniti, essere concordi; e lo straniero che minaccia invadere le nostre terre, troverà ostacolo, difesa, in ogni cit1 à, -in ogni terra , in ogni casa, in ogni croce , ad ogni passo! Allora noi ricorderemo Barbarossa, Pontìda, Legnano; ed EgJi, Milano, Alessandria della Paglia, il Drappello della nJorte; e certa- · mente si rinnove rebbero i giorni della nostra gran- ' dezza, poichè DIO, e PIO lo vogliono ! Che se poi gl'Italiani mi dicessero : noi non possiatiJO perdonare una offesa , che, anche volontaria, ci veunc da un fratello, noi non possiamo riDUJlziare ad una vendetta; io risponderei loro== Eh-

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