Giuseppe Faravelli - La democrazia socialista

ed esclude quindi perentoriamente quella « rusione » della quale si è blateralo in passalo ('). E quanto al patto d'unità d'azione col Partilo Comunista, il Congresso di Firenze, proprio nella mozione di quella tendenza alla quale si attribuiscono le maggiori simpatie per il movimento comunista, è precisalo che scopo del patto è quello di impegnare il Partilo Comunista al « metodo democratico». Il significalo inequivocabile del patto di unità d'azione non è dunque la maturazione di una « fusione » per la quale mancano completamente le condizioni oggettive e soggettive, nazionali ed internazionali, ma di garantire che la lolla politica e l'azione di governo si svolgano in Italia nel quadro della democrazia. Il che implica che se per ipotesi (ipotesi che non è legittimala da nessun fallo concreto) i comunisti abbandonassero il metodo democratico, il patto di unità d'azione - come già nel 1939 - cadrebbe automaticamente nel nulla. Insomma il Partilo Socialista, con l'autorità che gli deriva dalla sua dottrina e dalla sua tradizione, si ra ga·ranle di una repubblica nella quale le grandi masse che seguono il Partilo Comunista non saranno gettate, contro loro volontà, in una sterile opposizione, che soltanto alla reazione potrebbe giovare, ma contribuiranno a creare un reggimento schiettamente democratico. Di questo reggimento democratico il Partito Socialista sarà in ogni caso il cane di guardia! La paura degli elettori che si apprestano esitanti al referendum istituzionale, giusta la nostra analisi, è dunque perfettamente inconsistente. La monarchia, dopo i suoi inespiabili delitti, deve andarsene. ( 1 ) I risultati delle recenti elezioni dell'Assemblea Costituente significano piena adesione alla politica avviata dal Congresso di Firenze. Malgrado, infatti, il pubblico invito rivolto dai comunisti agli elettori, in tutte le circoscrizioni (evidentemente per un ordine venuto dall'alto ... in omaggio al patto d'unità d'azione!), a negare la preferenza ai candidali socialista notoriamente contrari alla • fusione •• contro i quali non si esitò a riesumare il linguaggio dell'« epoca eroica• del bolscevismo; e quantunque contro simili manifestazioni gli organi dirigenti del Partito Socialista non avessero pubblicamente protestato, i candidati « antifusionisti » sono stati generalmente eletti. Si può affermare, senza pericolo di cadere in esa• gerazione, che, senza il Congresso di Firenze, la Repubblica italiana non sa• rebbe nata. 8.o otee;aGino Bianc1 t''Clnaazione Alfred Le - Biblioteca Gino Bi wm anco 11

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