Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

in tutta coerenza, infatti, da una pubblicazione ufficiale dell'Internazionale Comunista. << La corrispondenza internazionale», l'avvento del nazismo venne commentato come un passo innanzi della rivoluzione proletaria perché eliminava dall'orizzonte tedesco ogni illusione democratica. Tradotta in linguaggio politico italiano, quella svolta imperiosamente richiesta da Mosca anche a noi era la negazione più radicale di tutto l'orientamento dai comunisti seguito in Italia negli ultimi anni, e ciò, d'altronde, venne esplicitamente confermato e preteso dagli emissari dell'Internazionale appositamente incaricati. Ora ci si potrebbe chiedere se fosse proprio possibile, nel senso precedentemente progettato, una resistenza collettiva del comunismo italiano a quelle ingiustificate richieste. Ma è una questione del tutto astratta: la mancata unanimità dei dirigenti, eh'era stata posta dai più responsabili come conditio sine qua non per quel tentativo, 'dispensò il comunismo italiano dall'onere di provarlo. Da più di un anno, per ragioni di salute, io mi trovavo assente dal lavoro di partito. Ero informato sull'andamento della crisi interna da qualche lettera privata, da qualche visita; ma anche quelli che partecipavano a tutte le riunioni non furono meno di me sorpresi dalla sua soluzione. T;~_ dei migliori compagni della nostra organizzazione in Italia, Alfonso Leonetti dirigente della stampa illegale, Paolo Ravazzoli capo del movimento sindacale e Pietro Tresso capo dell'ufficio d'organizzazione, criticarono le pretese dell'Internazionale, dimostrandone l'assurdità nei confronti delle condizioni italiane. Per quella loro audacia essi furono esclusi, seduta stante, dal comitato centrale, e più tardi dalle file del partito; e con motivazioni grottesche, prive 66 s·blio ecaGinoBianco

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