Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

e quanto fosse insufficiente la nostra percezione del groviglio di contraddizioni nel quale ci trovavamo impigliati. la verità è che non ci si libera dal partito comunista come ci si dimette dal partito liberale, poiché oltretutto, il legame d'un cittadino col suo partito è in proporzione dei sa• crifici ch'esso gli costa. E in più com'è stato già affermato e analizzato, il partito comunista, per i suoi militanti, non è solo, né principalmente, un organismo politico, ma scuola chiesa caserma famiglia: è un'istituzione totalitaria nel senso più completo e genµino della parola, e impegna la totalità d1 chi vi si sottomette. Ogni organismo totalitario, ogni regime di unanimità coatta, implica una buona dose di menzogne, di doppiezza, d'insincerità. Il comunista sincero, pertanto, il quale conservi per miracolo il nativo spirito critico e persista ad applicarlo in buona fede ai fatti del partito, credendo così di essergli di maggior utilità, si espone alle penose e contraddittorie traversie del non-conformista, e prima di consumare la definitiva sottomis~one o l'abiura liberatrice, deve soffrire nella sua anima ogni specie di triboli. la stessa lentezza ch'egli impiega a rendersi conto della portata della sua eresia, è a questo proposito assai rivelatrice e non è stata ancora sufficientemente indagata. Finché egli si muove nella medesima sfera psicologica dell'autorità con la quale entra in conflitto, può illudersi che il proprio dissenso sia limitato a questo o quel singolo errore del partito e su di esso vuole polemizzare in nome dei comuni principi e richiamandosi anzi alla purezza delle origini; ma più tardi, dopo la scomunica o l'espulsione, quando egli sarà liberato da ogni vincolo disciplinare e si troverà al di fuori della comunità dei fedeli, se l'assisterà il coraggio di risalire dagli effetti alle cause e vorrà spiegare a se stesso che cosa, in ultima analisi, 64 BibliotecaGinoBianco •

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