Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

• complicità bukariniste di Togliatti e al nostro scandalo~o contegno nelle riunioni di Mosca; ma come quando e da chi la revisione sarebbe stata richiesta, non era dato prevedere, poiché a Mosca le lotte frazionistiche erano ancora in fiamme. Non era nostra missione, né tra le nostre possibilità, influire sui contrasti moscoviti; però era nostro dove!e, ed era anche, se fossimo rimasti tutti uniti, in nostro potere, difendere la nostra organizzazione e la nostra politica da critiche false ed opporci con fermezza a mutamenti ingiustificati. Togliatti mi sembrava sinceramente a ciò deciso, benché negli incontri privati egli insistesse un po' troppo sulla clausola dell'unanimità, giustificandosi con l'esempio, allora recente, del partito comunista spagnolo, in cui, essendosi solo una maggioranza opposta ad arbitrarie richieste di Mosca, il partito era stato dichiarato sciolto e alcuni giovani della minoranza incarcati di ricostruirlo. Una minoranza potenziale, capace di accettare una investitura da Mosca per mettere al passo il .. proprio partito, esisteva anche nel comunismo italiano, ed era rappresentata, già allora, da Longo e Secchia: alla solidarietà di questi compagni, in parole ·chiare, subordinava Togliatti l'eventualità di difendere il nostro buon diritto contro i soprusi di Mosca. È importante ricordare come, malgrado le notevoli diversità ambientali, anche i part1t1 comumst1 degli altri paesi, in quel torno di tempo, fossero dominati dalle stesse _preoccupazioni. 11 La pos1z10ne da noi scelta in quella congiuntura, pur essendoci consigliata da ùna grave necessità, era evidentemente ambigua e reticente, e a lungo andare insostenibile. I soli a 60 BibliotecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==