personale io conoscevo bene solo un settore, quello della lotta clandestina contro il fascismo. Il soggiorno a Mosca mi aveva mostrato il rovescio della medaglia. Ec~o dunque che il comunismo, sorto dalle più profonde contraddizioni della società moderna, le riproduceva tutte nel suo seno, e con esacerbata virulenza, seppure in un quadro is~ituzionale e sociale diverso: militavano sotto le sue bandiere, ribelli e persecutori, eroi e sicari, sfruttati e sfruttatori; giornalisti i quali rischiavano la vita per rivendicare un'illimitata libertà di stampa e altri che scrivevano l'apologia della censura e àella soppressione d'ogni stampa avversaria; imputati che invocavano le garanzia giuridiche elementari di fronte ai tribunali speciali del fascismo e giudici che .rifiutavano agli imputati ogni possbilità di provare la propria innocenza; organizzatori sindacali che promuovevano scioperi in difesa delle condizioni di vita dei lavoratori e altri che giustificavano la soppressione legale del diritto di sciopero e la adozione del lavoro forzata in massa come parte integrante del nuovo sistema economico; deputati che si battevano per il piu esteso e pubblico controllo su tutta l'azione di governo e governanti assolutisti, praticamente incontrollabili e inamovibili, salvo i casi, purtroppo frequenti, in cui venivano fatti fucilare dai propri colleghi sotto l'invariabile accusa di tradimento. Questa mostruosa doppiezza del comunsmo rispecchiava allora in larga misura, come risulta da quello che ho detto finora, la diversità della posizione dei comunisti rispetto al potere; senza tuttavia legittimare la conclusione ch'esso fosse tutta in un senso in Russia e interamente l'opposto altrove. Era comunque innegabile che, ripartendo dalla Russia, attraversavo contrade in cui i comunisti erano sempre più dei semplici socialisti di sinistra; finché nell'operaio di fabbrica e nel conta58 B1b! otecàGinoBianco
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