Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

' questa; ma una domanda che in seguto anch'io mi sono posta seriamente varie volte. In altre parole, perché furono allora necessari ancora quarant'anni per uscire da un tipo di contraddizione, il cui scioglimento, ora, non m'occuperebbe al di là di qualche minuto? I veri motivi, posso dire, non furono ignobili; ed essendovi costretto da Togliatti, voglio accingermi a esporli, anche se il parlarne m'è t:uttora penoso. Ma in fin dei conti, se ora la libertà m'è cara, è perché so quel che per conquistarla ho sofferto. Sul giornale del suo partito (e sinceramente gli auguro che non debba mai ripeterlo davanti a un tribunale russo) Togliatti. è stato costretto, in occasione della prima stesura di questo scritto, a recitare il mea culpa per le sue gravi esitazioni, per le sue pericolose incertezze nel passare dal bukarinismo allo stalinismo, il che voleva dire, da una frazione non più maggioritaria a una nuova e più stabile maggioranza. Per mio conto, riferendomi a quello stesso periodo, non ho proprio alcuna difficoltà ad ammettere che si trattò, anche per me, di grave crisi, e per un motivo, si capisce, del tutto opposto a quello di Togliatti, e una giustificazione, a me sembra, assai maggiore, essendo_ ben più difficile abbandonare al loro destino tutte le frazioni del leninismo russo e tornare ad essere semplicemente un libero socialista. Vi sono le confessioni burocratiche, disciplinari, imposte dall'ortodossia, e quelle libere di chi ha vinto in sé la « paura ». Dunque, perché, se la mia rottura formale col partito comunista avvenne soltanto nel 1931, sono risalito fino al 1927 per spiegarne la genesi? Vi è al riguardo un'avvertenza preliminare assai importante: più sicura e fidata della cronologia degli archivi, in simili casi è la cronologia della memoria. Questa 56 GinoBianco

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