Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

• vedeva. Quella rapida degenerazione t1ran111ca di una delle più grandi rivoluzioni della scoria umana, era forse implicita nel principio stesso del socialismo e della proprietà statale? Oppure era il resultato dell'ideologia leninista e della sua particolare forma d'organizzazione? O soltanto dell'arretrato ambiente russo ? Prima di lasciare Mosca venne a trovarmi, nella speranza di ricevere da me conforto e incoraggiamento, un operaio comunista italiano, da vari anni profugo in Russia per sfuggire ad una cbndanna di molti anni d'un tribunale fascista. (Egli è, credo, ancora oggi comunista). Venne da me per lamentarsi delle condizioni umilianti della maestranza operaia nella fabbrica di Mosca in cui egli lavorava. Egli era disposto a sopportare le restrizioni materiali di ogni specie, perché, evidentemente, il migliorarle non dipendeva dalla sola buona volontà dei capi; ma non riusciva a capire,, mi disse, perché l'operaio fosse interamente alla mercé della direzione della fabbrica e non disponesse, effettivamente, d'alcun organo interamente suo di difesa, trovandosi, anche a questo riguardo, assai peggio che nei paesi capitalistici. La maggior parte dei vantati diritti della classe operaia erano puramente astratti. Il fallimento, dunque, era più vasto di quello che io sospettassi. Durante il viaggio di ritorno, a Berlino, lessi sui giornali che l'Esecutivo dell'Internazionale Comunista aveva inflitto un aspro biasimo a Trotzky per un suo documento sugli av- , enimenti in Cina. Mi recai nella sede del Partito Comunista Tedesco e chiesi_ spiegazioni a Thalmann. « Questo è falso », gli dissi aspramente. « Tu sai che il biasimo non è stato votato ». Ma egli mi spiegò che, in caso d'urgenza, 54 B1bliotec :.iinoBianco

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