Denis De Rougemont - Le libertà che potremmo perdere

negozio caffè o ristorante e di farvi una scelta di nostro gusto; del diritto di educare i nostri ragazzi secondo i nostri principi - e di tutti gli altri diritti non codificati, non for-· mulati e non formulabili che sono indubbiamente più preziosi benché inconsci, come il diritto di applaudire o di fischiare secondo la nostra intima convinzione, di captare alla radio la stazione che si preferisce e .di spegnerla se ci annoia senza minimamente rischiarè di essere denunciati dai vicini; del diritto di amare, di odiare, del diritto di sposare chi vogliamo... Fra tutti questi molteplici di,ritti non ve n'è uno solo che le dittature non abbiano attaccato o soppresso, non abbiano definito anti-sociale o criminale. Non ve n'è uno solo che la immensa maggioranza dei popoli liberi viventi all'ovest del sipario di ferro non abbiano conquistato: questi popoli si compongono di circa 300 milioni di europei, entit?i superiore a quella russa e uguale a due volte quella americana. ~utti questi diritti reali e viventi non corrispondono ad un passato, ma ad un presente; non solo lo costituiscono, ma rappresentano il pegno di un grande avvenire. Ecco la speranza degli uomini. È da noi che la troviamo. SPIRITO CRITICO La seconda forza di cui disponiamo e che cost1tu1sceuna delle caratteristiche dell'Occidente non è altro che lo spi,rito critico. Ci si afferma che vada perdendosi adducendo a prova il successo conseguito dalle pubblicazioni, propagande e mistiche politiche. A me sembra, al contrario, che stia 25 1b 0tecaGìnoBianco

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