Denis De Rougemont - Le libertà che potremmo perdere

i migliori di noi sono assetati possono venire eliminate d'un sol tratto quando abbiamo cessato di essere padroni ed autori dei nostri pensieri. Se perdiamo il diritto e la facoltà di pensare ciò che ci piace e come ci piace - sia poi giusto o sbagliato il nostro pensiero - tutti gli altri diritti che ci sono concessi saranno senza valore. Né li considereremmo ancora come diritti. E questa libertà, la possiamo perdere - ecco che cosa non sapevo ancora dieci anni fa e che nessuno al giorno d'oggi può né deve ignorare. Esistono al giorno d'oggi delle tecniche (la propaganda), dei procedimenti intellettuali (la dialettica) e dei prodotti chimici (il Penthotal) che riescono a farci pensare nel senso voluto dallo Stato. Coloro che hanno letto il capolavoro di George Orwell cc1984 », o ccLo Zero e l'Infinito » di Koestler, o la ccVenticinquesima Ora » di Cheorghin, o semplicemente gli studi dei psicologi nei quali è provato che basta pizzicare nel punto giusto il cervello di un neonato per fargli pensare o non pensare ciò che si vuole, sanno benissimo di che cosa parlo. Non si tratta di anticipazioni. L'inferno degli uomini spos- ·sessati del proprio pensiero esiste qui, accanto a noi; la sua propaganda, beninteso, lo chiama un paradiso. Grazie ai campi di concentramento ed ai forni crematori il ventesimo secolo ha riscoperto il valore primordiale dell'habeascorpus. Non solo; .ha dovuto scoprire anche, come recentemente ha detto Ignazio Silone, che la libertà per eccellenza è il diritto di ogni uomo alla propria anima - habeas animam I - e che è un diritto che potremmo perdere. 22 BibliotecaGinoBianco

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