Denis De Rougemont - Le libertà che potremmo perdere

bliche sovietic~e ». Se cerco dove si trova il progresso, è di nuovo da noi che lo riscontro. Altro esempio: la libertà d'espressione. Non dirò che nell'Occidente sia perfetta, tutt'altro. Tutti conosciamo i limiti che le sono imposti in pratica dalle censure segrete di stampa e di stato e dai.conformismi locali e nazionali. Avvertiamo I soprattutto la restrizione imposta oggigiorno all'individuo dalla vita moderna nella cui smisurata ampiezza non gli riesce di far intendere la propria voce mentre gli Stati, i partiti al potere ed i grandi del giprno dispongono della radio, della stampa, del cinema. Comunque disponiamo pur sempre del diritto di protestare contro tutto ciò. Mi si dirà che non è un diritto efficace; eppure il solo progresso nei suoi confronti che mi potrebbe offrire un regime totalitario consisterebbe nel togliermi per.fino quest'ultimò diritto, dato che per il resto le condizioni vi sono uguali se non peggiori. In via di fatto la soppressione del diritto di protestare elimina tutta quanta la libertà del!'espressione. E l'uomo che perda la libertà dell'espressione è un uomo moralmente imprigionato. È un prigioniero in seno alla propria famiglia colui che non osa più parlare davanti ai propri figli nel timore di vedersi svegliato due giorni più tardì alle cinque del mattino dalla polizia. È imprigionato nel proprio pensiero colui il quale non osa più comunicare le proprie reazioni ai suoi simili. Così segregato e disarmato gli viene a mancare in breve ogni mezzo di difesa contro la propaganda di massa. Diciamolo dunque francamente: la propaganda è una vera e propria tirannide, una costrizione reale, una violenza non meno grave dei colpi di frusta impartiti dal pa20 hotecaGinoBianco

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