Denis De Rougemont - Le libertà che potremmo perdere

Occidente - in Europa come negli Stati Uniti - con risultati concreti e positivi. Tutti i paesi totalitari l'hanno soppresso; basterebbe questa soppressione del diritto di sciopero a far riconoscere all'operaio senza rischio alcuno di incorrere in errore, che il regime che gli promette la lum, prepara in realtà la forma moderna del servaggio. Tutte le dittature latine, slave e germaniche si incontrano su questo punto. Tutte prendono il potere in nome d'un socialismo « bene interpretato », non retorico ma effettivamente realizzato. E tutte in seguito dicono all'operaio: « Ora che sei al potere, non vorrai metterti in sciopero contro te stesso ! Tu sei ora ufficialmente contento e soddisfatto ... ». Esse dimenticano, le dittature, che l'uomo non sarà mai contento se non avrà il diritto di proclamarsi malcontento. Noi, questo diritto, ce lo siamo conquistato. Esso è valso a tutta una classe proletaria una costante e 1:1isurabile ascesa. Ebbene, potremmo perderlo domani; e ci vorrebbe un misticismo molto potente e mistific~tore per convincerci che questa perdita equivalga ad un progresso, costituisca una nuova speranza - per farci credere insomma che una libertà sia « formale » quando la si possiede e « reale » quando si sia perduta. Quando l'impiegato, l'operaio, da noi, non sono soddisfatti della propria professione, del salario, del datore di lavoro, hanno il diritto di dare le dimissioni e di andare a cercar lavoro altrove. Nel regime che offrono le dittature all'impiegato ed all'operaio questo diritto sarebbe loro tolto. L'idea di abbandonare la propria officina per andare a cercar lavoro altrove è un'idea semplicemente inconcepibile nelle « repub19 ec-aGinoBianco

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