Denis De Rougemont - Le libertà che potremmo perdere

DUE ANEDDOTI , Arthur Koestler racconta che in seguito alla pubblicazione in Francia del suo libro « Lo Zero e l'Infinito», ricevette tre lettere di studenti che dicevano, in sostanza, così : « Signore, credo che la vostra descrizione dello stalinismo sia esatta. Di conseguenza mi iscrivo al partito comunista. Perché quel che cercavo era appunto una disciplina, una efficacia di questo genere ». Ecco perché al giorno d'oggi tanti uomini, rifuggendo da una libertà che li lascia indifesi e li angoscia, scelgono la tirannide, vi si buttano fanaticamente e· si immaginano che rappresenti l'ordine, o perlomeno una « messa in ordine». Con questo tocchiamo il segreto della vera forza, della sola forza· di persuasione intima di cui dispongono i regimi totalitari. Illustriamo questo punto con un altro esempio dal vero, fornitoci da un diplomatico francese: « Quando giunsi a Mosca per ricoprire la mia carica, una delle prime domande che mi rivolgevano i russi di mia conoscenza era la seguente: « Come ha fatto per venire qui? ». Un po' stupito rispondevo: « È semplice, ho preso il treno». « No, si diceva allora, non vogliamo sapere questo; ma bensì come ha fatto per ottenere le licenze, i permessi per uscire dal paese, i buoni per l'acquisto del biglietto, i certificati politici ecc. ecc. che sono, come ognuno sa, indispensabili per potersi mettere in viaggio? ».· Non fu facile per il francese convihcere i suoi interlocutori che s'era semplicemente recato ad una delle stazioni parigine e aveva allo sportello acqm9 aGìnoBianco

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