Denis De Rougemont - Le libertà che potremmo perdere

una regola di vita, una disciplina di azione e di pensiero salvo che in tempi di guerra e di rivoluzione - se ad essi non fosse venuto ad aggiungersi l'elemento sociale dopo la prima guerra. Ciò che Mussolini e poi Hitler, ambedue fortemente influenzati dall'esempio di Lenin, hanno avuto la oscura genialità di comprendere per primi, è che l'uomo della massa vive nell'angoscia della mancanza di sicurezza, dell'arbitrarietà, e che ciò lo riduce a desiderare che lo si liberi di una libertà _priva di contenuto. Essi hanno compreso che l'uomo moderno cerca una guida (Duce, Fuehrer, Caudillo, Padre del Popolo) che gli detti la condotta da seguire e che la giustifichi, senza possibilità di discussione, senza che sussista il timore di incorrere in errore, liberandolo così dall'angoscia di scegliere, di arrischiare, di pentirsi della scelta. Non è per cattiveria o per perversità che numerosi uomini in Europa diventarono fascisti o diventano oggi comunisti. È perché questi uomini con tutto il loro essere hanno sentito oscuramente il bisogno di un principio di unità, di obbligo, di sicurezza, principio che unicamente le dittature sono disposte e si dichiarano pronte a fornire. Fino a quando le potenze occidentali non avranno misurato la loro fondamentale carenza a proposito di quanto abbiamo esposto sopra, non sapranno comprendere la vera natura della tentazione che ne deriva, cioè della tentazione totalitaria. La loro polemica contro le dittature e la loro retorica libertaria rimarranno vane o non agiranno che per determinare l'effetto contrario se non offriranno all'uomo un ordine rassicurante. 8 liotecaGjnoBianco

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