Guglielmo Petroni - Rivolta e comunione

non faccia in realtà altro che affermare una sua verità personale: una verità personale non può però essere da nessuno imposta con la forza, perchè qualsiasi altro uomo ha il diritto di metterla irt dubbio. << La storia del pensiero liberale presenta, secondo me, due tappe: la - scuola classica liberale che credeva nella ragione, faceva appello a leggi universali e trascendentali le quali, secondo lei, di null'altro avevano bisogno per imporsi che d'essere conosciute. Si potrebbe 'quindi dire che gli assertori di tale scuola avevano una teoria del bene; ,ma non una teoria del dovere. Vennero in seguitò i psicologhi/fgli antropologhi e i sociologhi· per studiare il modo che seguiamo per giungere a giudicare i doveri· morali e le verità: un simile giudizio, ne risulta, può avere valore a condizione che ci sia possibile modifì- .· carlo per correggere i nostri pregiudizi e pensare in termini extra-personali. Se invece siamo portati a dire che uria cosa valga un'altra, apriamo la via, sul piano storico, alla tirannia politica. Ciò fecero appunto i classici apostoli del progresso, non ammettendo se non le leggi della ragione: è indubbio per noi oggi che fossero insensati e che meritassero di essere ridotti al silenzio>>. L'oratore ha fatto quindi un confronto fra quella tirannia, storicamente superata, e la nostra epoca, circoscrivendone il problema più difficile. << Per la sua natura, la rivoluzione che attraversiamo - e che noti ha, credo, un valore reale dal punto di vista storico -. • . porta a divisioni ideologiche in quanto considera. il nostro prossimo non solo una creatura storica, ma anche un essere sociale >>.Secondo l'oratore, questo suo ca- ' 28 b1b_liotecag1nobianco

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