Guglielmo Petroni - Rivolta e comunione

disperazione e nella negazione, ma costituisca· di per se .stessa il supremo atto di speranza dell'uomo. Partendo da ccmsiderazioni del tutto diverse, l'intervento di P. Y. Deshpande si è orientato verso quella che potrebbe essere una via oltre le due alternative in cui l'oratore che lo ha preceduto ha fatto risiedere il - problema. Deshpande ha anzittutfo precisato di non accettare una impostazione del tema che accosti negativamente i termini rivolta e comunione facendo risiedere il problema in un conflitto fra i due valori. Secondo lui, non esiste alcuna contraddizione fra i valori della rivolta e quelli della comunione, bensì esiste una fondamçntale differenza fra le modificazioni che lo spirito di rivolta; di_ origine relativamente recente, ha portato· nel mondo, e le dottrine totalitarie. Per illustrare questa sua tesi, egli ha spostato il •problema dal campo metafisièo al campo storico, definendo in primo luogo l'essenza e l'azione dello spirito di rivolta propriamente detto, il quale è carauerizzato da tre momenti successivi: conflitto della coscienza individuale cOn determinate credenze della coscienza tradizionale; rovesciamento dello equilibrio sociale in seguito aflo scatenarsi di una opposizione; ristabilimento dell'equilibrio sociale · a un livello superiore raggiunto in virtù dell'integrazione, nella coscienza collettiva, dell'elemento di verità contenuto nelle idee nuove. L'origine recente dello spirito di rivolta è provato fra l'altro dallo' storico J. I. Ro b, citato dall'oratore, in un articolo della quattordicesima edi~ zione dell'enciclopedia britannica. << Se nel corso degli ultimi tre seéo1i la scienza, la tecnica, l'arte, la lettera- _bibllofecagrno ianco

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