Guglielmo Petroni - Rivolta e comunione

zione degli intellettuali si estenda ad una comprensione che superi i limiti di un'impostazione unilaterale del problema, anche se in partenza una siffatta impostazione sia inevitabile. Gli interventi dei vari oratori si possono raggruppare secondo due modi seguiti nel <<situare>>il probìema, in cui prevale, nell'uno, la relazione fra la rivolta nel senso metafisico della parola contro la condizione umana o _contro la condizione sociale; nell'altro, l'aspetto specifico· della rivolta nel XX secolo, quando si tenga conto sia delle condizioni di colui che si rivolta in una società • libera, sia delle condizioni di colui che si rivolta in una società di tipO cominformista. Secondo il primo oratore, Glenway Wescott, una trattazione fruttuosa del tema dovrebbe attribuire la massima importanza all'aspetto moderno che la comunione ha assunto da quando viene organizzata su basi meccaniche che la rendono in realtà priva d'interesse per lo spirito creatore. Egli ha esemplificato· come, negli Stati Uniti, questo sotto-genere di comunione sia •appoggiato dalla meccanizzazione dei mezzi di contatto con le masse : la radio, i giornali, la televisione etc., . allo stesso modo come nei paesi totalitari è incrementato dalla diffusione di opere create secondo la sedicente richiesta delle masse, e subordinate quindi a un gusto non formato e non competente in materia di arte e di cultura. L'oratore ha espresso l'opinione che si possa e si debba senz'altro rifiutare una siffatt'a forma di comunione. Sulla rivolta, che personalmente considera un atteggiamento umano odioso, Wescott ha osservato che proprio l'imIZ biblrotecaginobianco

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