Raymond Aron - La mentalità totalitaria

giustizia· nei rapporti umani, non la si paga troppo cara se la si paga col sacrificio provvisorio della libertà intellettuale e delle opere che possono fiorire solo in clima di lir bertà. Ci sono oggi scrittori, pittori, cineasti, i quali, sia che si facciano illusioni sulla sorte riservata a loro e alla loro arte in regime totalitario, sia che pongano consciamente e risolutamente i benifici reali o supposti che la tirannia assicurerà .agli umili al disopra del loro proprio destino e di quello_ delle loro opere, in ogni caso agiscono e parlano come se la libertà fosse per loro un fatto secondario. In un secondo momento la giustificazione della libertà potrà esser condotta sul terreno economico e sociale. È proprio- vero che le istituzioni sovietiche (piani quinquennali, sindacati di Stato, stakhanovismo) compensano la perdita della libertà? Inutile, su questo terreno, negare i progressi notevoli compiuti dall'Unione Sovietica sul terreno economico. Si potrà invece, dimostrare: 1) che la industrializzazione era cominciata; in Russia, già prima della rivoluzione del 1917; 2) che i bolscevichi, se l'hanno accelerata, l'han fatto a costo di un disprezzo assoluto per gli uomini e le loro sofferenze; 3). che, per lunghi anni, l'industrializzazione sovietica ha comportato un abbassamento del tenore di vita della massa della popolazione; 4) che essa è accompagnata da un'accentuazione, e non da una diminuzione, dell'ineguaglianza sociale. Bisogna, tuttavia, non dimenticare qui l'ambivalenza fondamentale del comunismo. Se s'insiste sul costo uma·no dell'industrializzazione, i comunisti si consoleranno con l'idea dell'efficacia del metodo; se si mostrano i limiti di questa pretesa efficacia, essi invocheranno la partecipazione del popolo e l'entusiasmo dei .costruttori. Non si BibliotecaGinoBianco

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