Raymond Aron - La mentalità totalitaria

gazione economica del fenomeno, la quale di per sé è grossolana e inesatta. Evidentemente, povertà e comunismo non sono fenomeni correlativi: è nell'Italia settentrionale, relativamente ricca, che il comunismo raccoglie il massimo numero di voti;- mentre, fin<;>ra,ha avuto difficoltà a radicarsi nel Sud, dove le forme di vita tradi- . zionali e le gerarchie sociali opponevano resistenza: per poter reclutare le sue truppe, un partito rivoluzionario deve cominciare col dissolvere le strutture ancestrali. D'altra parte, l'esistenza stessa di queste regioni stagnanti favorisce l'azione comunista: primo, perché diminuisce le risorse disponibili nelle regioni modernizzate, impedendo così l'integrazione dei lavoratori nella società industriale; secondo, in quanto alimenta la confusione fra aut_orità nel senso tradizionale dei vecchi regimi e autorità nel senso democratico e moderno: la qual confusione è essenziale per il successo dei comunisti. Costoro, infatti, intendono distruggere le libertà intellettuali, personali, politiche conquistate dall'illuminismo o dalla rivoluzione borghese; ma, al tempo stesso, si presentano come gli eredi, anziché i liquidatori, della Rivoluzione liberatrice dei secoli XVIII e XIX: pretendono adempiere, non cancellare, le promesse della borghesia. Ora, il sopravvivere del vecchio regime in una parte del paese e di un clima autoritario nell'insieme della nazione, favorisce indubbiamente la mistificazione comunista. C'è qualco~a di vero nella formula secondo la quale le rivoluzioni comuniste hanno vinto solo nei paesi dove la rivoluzione borghese non c'è stata, o è fallita. Si passa così dall'economia all'ideologia. Suppongo che _anche in Italia, come in Francia, si insista spesso sul rapporto fra la potenza del comunismo e quella della 8 BibliotecaGinoBianco

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