Associazione della stampa - Commemorazione di Benedetto Cairoli

-50Signore e Signori! Q·tlando io m'avanzo nell'atrio ' dell'Accade rnia militare di Torino e vedo segnati nel n1anno i norni degli allievi che morirono sui campi di battaglia; quando percorrendo le t erre italiane, n1'arresto sulla soglia de' civici l palazzi, e là, vedo, con gentile orgoglio e memore affetto, ricordati i nomi di quelli èhe, n1orendo, fecero caro e sacro alla patria il cantuccio di terra in cui son nati; io ram1nento allora i sacrifici che costarono a sì sterminato nun1ero di fan1iglie l' indipe :1 denza e l'unità, e rammento le madri che i fi gli dilettissimi videro partire ad uno ad uno e ad uno ad uno li seppero spenti; ra1nn1ento le tr.epidazioni dei giorni di battaglia e le angos~e dell' indon1ani ed il dolore d'una vita intiera, perchè il dolore d'una madre non cessa che colla morte. Oh, io. allora ricordo le parole di Garibaldi e di CairoH, e la .malinconia cui mi trascinano mi chia1na al canto di Foscolo, e, Proteg,qete i miei padri, esclamo, e chi la scure dalle sacre fronde ctste1'rà pio, 1nen si dorrà di consanguinei l·utti! • ·E, pensando alla giovane nazione " nata fra le lagrhne, 1natura1 a nel martirio ed innalzata dal valore dei suoi figli , dico che essa non perirà, finchè sacre ci saranno le tombe dci nostri morti. No: noi non ci dorre1no di consan,c;uinei lutti, se pari • a qnell a che abbian1o per la gloriosissima farniglia Cairoli conserveremo la r eli gione verso le fami gli e che hanno dato

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