Luciano di Samosata - Caronte

( 9 ) CAROi\"TE E potrcm noi , lllcrcurio , essendo soli noi due, sollc,ati il Pclio c l'Ossa portadi addosso all'Olimpo ? MERCURIO E pcrchè no, Caronte P O credi tu che noi altri siamo eia meno di quc' due ragazzacci ; quando alla fine siamo pur Dci. C.\ROi\"n~ No ; ma f)II<'Sia cosa mi pare che pizzichi un poco dell' incr·cdibilc c dell'ardito MERCURIO Certamente , pcrchè sci un ignorante , c non sai niente di poesia, Caronte. l\la il \alcntissimo Om!'ro in due ,·crsi ci fece subito accessibile il ciclo , tanto facilmente m endo accatastati i monti. E mi maravi~lio che queste sembrino cose da l m· secolare a te il quale sai certamente che Atlante essendo uno, soslirnc tullo il mondo c noi altri quanti siamo ; cd avrai forse udito anche di mio fratello Ercole che surccssc una volta ad Atlante, c lo soJic,·ò un poco dal peso , sollcntrando egli stesso. C.\ROi\"TE Sì : ancor queste cose le sento dire; ma se sicn ycrc tu o Mercurio c i poeti potreste sapcrlo voi. MERCURIO Verissime, Caronte. E per che ragione uomini ~

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