Luciano di Samosata - Caronte

( 8 ) conda del l'cnto ; ma io ' i comando di slar cheli , pcrchè quello che com icnc lo so io. Fa ora anche In a qu('S[a guisa lutto <Juel che li parrà lx-ne . facendo om lu da timoniere ; cd io com'è dr bito dc" passaggicri , mi starò a scdPrc in silen· zio , obbedendo a lullo che mi comanderai. 1\IERCURIO Saviarncnte dici ; quindi io stesso ' 'cdrò quel che sia da fitrc, c rili"OYCJ"Ò una SJ>Ccola conrcnienlc. o,· non è rgli buono il Caucaso forse? o i· più allo il Parnasso? o t)'J<'II' Olimpo là di tuil i c due ? n la ceco che JllJ 'iene in menic riguardo ali" Olimpo una cosa che non mi pare da coniar poro ; pure bisognerà che tu mi aiuti alquanto dell' opem tua. CA I\Oi\TE Comanda : ti aiulcril con ogni mio polcrc. MEI\CUI\10 Omcm il poeta racconta che i figliuoli d' Aloeo ch'erano )J.1t·imcnlc due, • ancom lanciulli, I'OIIero una •olia, smdicalo l' Ossa sonapporlo all ' 0JimJ)() cd a questo il l'elio, I>Cnsando di farsi una scala bene acconcia a s.1li rc in ciclo; ma rptc'duc gi01 inclli furono ben pagat i tlclla loro pawa. Noi per conlmrio, quando non pensiamo cotesto pc1· far male ag li Dci , prrchì• non fabhricl tiamo allo stesso modo rotolando i ntont i J' uno suiJ;ttltro j anincltè da un luogo piìt alto ])()Ssiamo mere piìt csalla la spccola?

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