Luciano di Samosata - Caronte

( 28 ) pena formati , nondimeno a lutti libile il morire. MERCURIO e destino infal· Non hai tu fallo un paragone, Caronte, cl1c sia nulla inferiore a quel di Omcro il quale rassomi· glia l'umana discendenza alla foglie deg li alberi. 7 CARONTE Ed essendo in silfa!!c condizioni, Mercurio, ' 'edi c!Jc cosa facciano , e con quale ambizione si con· traslino fra loro i principah, g li onori, le posscssio· ui , le quali cose lasciando tullc non può essere ch'essi nou ' 'Cll"ano g iù da noi con un obolo solo. Dunque poic~è noi stiamo in allo, vuoi tu cho con c1uanlo ne ho in corpo io gridi loro addosso, prcdicamlo di lasciare queste pazze fatiche c di vivere sempre con la morte innanzi agli occhi, dicendo: O matti , a che vi andate voi rompendo il capo intorno a queste cose ? lasciate di slancarvi ; voi non avete a vivere sempre, nissuna delle cose di questa terra, c delle più gmndi dura Ùl eterno , nè potrebbe alcuno morendo mena1· con sè una cosa sola , ma è necessario ch'egli se ne parla ignudo, clic la CIS<l poi, il podere, il dcna1·o, passino sempre in altre mani c mutin padrone. Se c1ucstc c simili cose io gridi , cd 111 luogo da essere udito , non pensi tu che la lor 1ila no ca1ercbbc g ran g iol'aJncnlo , c che essi ne llil errcbbcro molto più a1 veduti? ntERCURIO Buon Caronte l non s;1i <1uan!a bcstialiltl c che inganno li abbia disposti in modo, che le orecchie

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