Luciano di Samosata - Caronte

( r3 ) J Dalle divine le scmbianzc umane. CAllONTE Oh che è questo? MERCURIO Vedi ora? CARONTE In modo marariglioso ; quel lalc Lincco sarebbe cieco a fronte mia. Or lu dammi qualche lume, c rispondimi a quello di che io li richiedo. !Ila ruoi lu l'h' io domandi all' Omcrica, aninchè tu conosca che di Omero non sono io pure in tuuo all' oscuro ? MERCURIO E donde puoi tu sapere niuna delle cose dì costui, essendo ruarinaro, c stando sempre col remo in mano? C.illO:\'TE Vedi, questa è un ingiuria che tu lhi all' arIe ; quand' io lraghclla1a Omcr·o ch' era morto , n,·cndolo udito cantar molli vcr'Si , di alcuni mc ne !'icordo nncoru. E ci sopra11pr'CSC una tempesta nieulc piccola. Pcrchù comincialo ch' egli ebbe a dire cantando una cosa di non mollo buon augurio a' na1iganli, cioè come Nclluno addensasse le nu,·ole c mcllcssc in garbuglio grande il mare, cacciatovi per 'entro il lriclcnte a modo di mestola, c avesse suscitato tutte le tempeste, c molle altre cose ; turbando il mare con que' 1crsi, si levò di bollo una tal tempesta c caligine , che la barchetta fu a pelo di

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