Ricciotti Garibaldi - La camicia rossa nella guerra greco-turca, 1897

('API'I'OLO IX 79 su due <'ampi d'azione diversi e cosi di,; tanti l'uno dall'altro, l'un Corpo (malgrado l' idont ita della di,•isa\ non fosse stato re,polh<tbilc degli infortuni e,·entuali dell'altro. fl l'residente fu <'Ontcntissimo di questa soluzione e mi ringrazii1 calorosnmonte, perCIH\ e\·identomenle, questa verten"a em di'C<'nlata un grosso imha.ra.zzo per il Governo. Cosi fu che la Legione Berte! tu poi eilòtt ivamentc mandata in .!~piro a bordo del 'l'etis. mentre, al ritomo, il medesimo piroscafo riportò da ll' l~piro il nostro 1° ballaglione (comandante ~lercu ) , il qual~, rirhirunato. venne a raggiungerei in rrci:'ìsagl ia.. i:>econdo quanto si rileva dalla na rrazione cl(·) suo storiogmfo, 1 l a Legione Bortet sarebbe giunta in tempo per prendere parte a l micidiale comballi1ncnto di Orimbowon (l-l maggio), presso Arta, se il suo comandante a ''esse avuto l a prontezza di forzuo un po"la mano al comando generale greco (j l anos) e di accorrere immediatamente sulla linea dd fuoco . •\ nche per noi, in Tessaglia (data orma i l'impossibilitit di p01'la1'0 un' influeuza effieace nelle sorti della campagna, ]\mica preoccupazione fu di non !asciarci scappare l'occasione eli combattere, onde salvar<> il prestigio del nome italiano e della Camicia Rossa : (' anclw a noi (come ,·edrcmo in seguito) fu necessario modifieare un po' a modo nostro le disposizioni del comando greco. l nvece la Legione Be l't et, per quanto composta di clementi indubbiamente altreLtanto valorosi quanto i nostri, non ass istò che da spettatrice a un combattimento che costò a i Ol'cci parecchie centinaia di uomini, o solo pocl1i bra,"i iJJclisciplinati, separandosi dalla legione. andarono per proprio conto a prcnde r"i parte. L'occasione di combattere era, nelle contingenze di quella campagna, simile alla Fortuna, che porta i eapclli tWa1 ti ed ,; cah'a sulla 11uca, per modo che una volta passata non si affc1·m piÌL La Legione non vide pil1 mai il fuoco nemico, e, finahncntc sopraggiunto l"annistizio. si mosse pN· tornart~ a )lcnidi, a Vouitza, a Zaverda. c di qui, per mare, in ltalia . li fatto di Zavercla - nel quale i lc~ionari , litigando fra loro c coill\'Ol<Yenclo nella lite qualcu110 d<'lht popolazione, furono presi a scbiopp~Ltate, e lasciarono un morto 1 il bravo e disgraziato F ilippo 'L'roya ~he si era geLLato in mezzo p er pacifìcarel" fu la deplort•- ' GtWUI, /,a Ltgiottt B~rtd '" firuia. - H.on1n, J\:i97, pn~;. W-8l . , s FilipJ)O Troya, romano, ora un br1n•issuno o ~timJIO.tiris.;;imo giovani.', \111 mh•lhJ:l'ntl' up ·- raio meccanico w1 euot' d'oro e un impooitcntc id(•alistn. Por gio,·anb:'iimo rwn .~~"'.w·a · \' 11~ tiquattr'o.uni) e:cl'a. nol suo pasfll\lo g i à. una storit\ di tiO il\•rNrl'.('o <" 1li -.:-wrifict J>~:'r ' 'IUOI 1 IPah

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==