Ricciotti Garibaldi - La camicia rossa nella guerra greco-turca, 1897

( CAPI'tOLO Il '23 qnnkho giorno bi~ogna. finirla. - Dunque {K'rchè si &ita a. Rowa. 1~ fan! In parte no:-tra, a portare alla Grecia quc~to o.iuto fraterno, efficaci~simo non [H:•r il numero d~ll<' braccia 1ch.e anche fo~c di <1ualrhc migliaio sar('bbc l'<'mprf'\ come una g.occio. d'acqua nel mare1, rno. }Wl' In tiign ificazione politiC"o., per il c<m•g~io che dn. a i11tto l'esercito greco la. prc:-.enzo. di uu Garibaldi c deiiB. Cnmiciu. Jto....,..;a di t·ui qui lo. lcggeudn.ria influenza trionfa le ò conservata. ancor pii1 rho fra no; noJJ'nnimo. del popolo? P erchè si ln!)Cit~ :-;fuggire l'un ica occasiono CIJO si ò pre- ::;cnt Ma. d(\ trent'ann i in qua per ri~ollcvaro la tradizione i taliana. e il prc:;Ugio d('lla nO:-, tra democrazia? , (~ue•la lt'tlem fu subito seguita da un'altra: Vi ~i conferma\·a. la. costituziont~ del Corpo Garibaldino, dandoci notizia di I(UE'~t.o incidente: si era voluto far pre.:;tare ai volontari garibaldini lo .st&..:,o giuramento prestato da quplli della Legione filellenico.: eccone la formoln.: ''i. rolontari gùu·fuW di. 8trt:ire CO~l f'tlltlltì. la nrrria e il Re degli Elleni, di Rottopor&i. alll' ll'fi!Ji del L>acsc1 ili. di.femltrc la bamlirrt& r di comportarsi dt& soldati tl' onore:, quc~ta. fonnoln. da. va ombra. a i nolitri volontnrt: " e in caso di conflitti interni? «' so il ro df'gli Ellcn i tradiSliO la. pntrh\ '? o ci comandasse di sedare una rivohu.ionc '1 11 - qm".ilO opponevano. J'.: qull.ndo uu capitano greco si pr('Sc-ntò ai no~tri per h•gA'('ro quet:ita formola1 i ranghi si ruppero fra le protest(': l'incidente pa· r('va. grol'~o: fortunatamente il l'Onto Rornt\S era. riuscito subito a p<>r~ua.dere il ministro della guerra.: c finalmt•ntt.~ ~i ern. giurato su qu~ta. scmpliro formola: ·• { l'oiOrlttrri df'l C'orpo Garibtlltli"n yiltmno di comhalttrt con {t:tkltfì rd mwre l~t.·r l'tmiltì (' r itl'liwtulPII:a tlt>llll <:rtcia1 rufl' im."'inente campagrw contro la Turrl•it•. 11 Menlt'<' cosi da Atene i nostri amici sollecitavano una. <'Oncht>iono r i('evevo qui altre corimnicazioni. L'ing. Emil io Venezian, l r·iOl;tino, parl<'cipava r ho da Trieste sar<'bbo partito un drappello di volorrtari : da Milano un centinaio, che facevano capo al colonnello )[issori: fondi d isponihi li però non c'erano. Ern('sto Nathan mi comunicava chP lo contribuzioni delle lo~J:gio massoniche sarebbero sl<lt<• l'imesse d'om in nvanti al nostro Comilato. l i signor Piano, a nome di ) lenotti Oarihaldi, >i mette,•a :t disposizione per far sì <·hc il lavoro d<-lla. "f)ocieti• dei reduci _ prO<'r>dt'S"' d'accordo col nostro. Si telegrafò a Livorno, Genova, .\ncona per un piroscafo. ~ulla. TI 7 aprilo andai io stesso a Civit:wecchia per conlmttarrw uno; ma sl'nza risul tato. A L ivorno il colonrwllo Gattorno, messosi d':ll'<'ordo col compianto nostro amico ( \trio Moyer, pareva che fosse riuseito. ,\[,. poi a nche quella combinazione svani. GaUorno prospguiva per 0 PJJ (>va. Intanto g iunse da .\ten<' un'td!ra leUem di Tolorm•i: S i hunenta,·a che mentre tutto ~l faceva. col maggior scgr(lto, qua.ldte giot·- nule avetibe imprudentemente pubblicato la notizia della progettata. spt·dit.ione,

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