Ricciotti Garibaldi - La camicia rossa nella guerra greco-turca, 1897

C.\JliTOlJJ XX 19.) Il t()rzo partì dal med<'simo bi,·acco la mattina del Hl, clirP!to dal dottot· 'l'olomei. TI dottor Casazza, il qu:\le, c•scn<lo partito per l'Italia prima dPI nostro arri,-o in At<'nc. non ebbi pi(t il piacere di riveder<', mi mandò da l'avia una lunga e a<•cumla rola.ziorlO di cui riporto alcuni brani: ... Al mattino d~l glorno tG tnf\gglo, insiome ad altri carri che portavano vivcl'i c nu.tcrinli del Genio, inviai da Kn.to A~oria.ni a. Domok,)s o.1whc il carro d'ambulanza di )(ereu, venuto cJn To!om ~i. Clll l'in.te3a. che ci venhS·' a raggiunger(' a. D~uitza, ove essa ci o.vtlvn. prerP<luto col grosso delle truppe. Io col capttano f'<»;ta, col tenento Borghe... i e con pochi altri, presi la \'la d{'i monti e venni a Dranitza o,·e era l'acenmpamcnto no!Stro. . . . 11 giorno dopo ll7 mag~io , a.Horchò venne l" ordine della parU•nt.a per n.n tar(' incontro al nemico, io mi trovai senzo. il materiale di medicazione, che :;oppi dipoi essere rim'lsto sui monti per impos~ibilità di tm.sporto i avevo quindi :;ola.ment~ quella obbrobriosa. casf.;a. di legno che avevo ottenuto a La.mia. da.JI,Osprdo.lc militu.re in seguito alle vive lH'ii:;tenze ùa me fatto pre~so Il P1·cfctto di quello. citti~ ~J. anche que")l(\. casso. rilna.se all'accampamento nello. n1.I~ lata, pcrchè non trovai un mulo su cui caricarla. .Non ost.a.nte cib, seguii, come era. mio 1loverc, la. colonna c con e.dbl' ~:\Iii di eor.. ;a h' c~JIIinetta. ~:>ll cui doveva cosi pre;to mJrire il povero Fratti. [o mi ero fatto dna·e ali fucilo da uno dei portaferiti, che il f'apitano Martinotti IWf'VIl me-.sn a mia dìiipo.slziouo mezz'ora prim:a. ù'inc'lminciare il fuoco, ed &V<'VO appeni! ~·omincia.to a sparare, che dovetti n.ccorrero pre:;'\\J il fratti. primo d<'i noitri colpiti... [) C•>lleg.~ 'l'olomci ed allrl pieto.si giovani 1.> tt-n.;;;p)rtarouo dietro la collinelt~ e dovetti accorret·e a prcn·l(lot'O il bO ~on lo fdrito. Mole3to Giacchetti, colpit > n. lh\. g>lll, o cL>n la ma.n li.b.)ln. ft·a.cas~tl.ta. Nel mentre si avanza. va lt\. ca.vo.llcl'i;l tnrca nf' l piu.uo, lo p:>rtai per qmLichc ccntinn.io di passi sul monte ovo stavo. l'nrtiglloriu. greca che ci sostenne nol combattimento. Li ebbi la immensa fortuna eli trovare il mulo enrico del m'\terialo d\~mbulanza della Lcg-iono fìlrllcnlca e potei alL.\ m~glio m<>licare tutti i nostri feriti che andarono via. vJa. nfllut•ndo. )(i corre l'obbligo di additare alla. di [Jf'i ricouo.sceoza il medico della }"ilell(lnica, un vecchio ~·svede~:>e. cred01 chE' !'oiolo m'aiutò nella bisogna c l'on. Fa~i ehe mi venne a trovare al posto dell'ambulanza. c mi portò un pac~·hetto di nw lic<ulon4\ antisettica. che fu per me unt\ vera provviùenz::a.. Ella certo ~aprù. e ho i mif"i t~ollcghi medici ~I(\cca.gno, l..~ >mb ,rJi, Tolomei e Niewenhul~o, stettero seznpa13 t~ comba.tt.ere, sicchè mi m'\nCÒ complctl~ml.'nte la. loro coopci'R.z ion(~ in un mornonto di tanto bisogno. Dalle oro ·l '/<J a.l c:a.der della notte continuai u. raccogliere o medlc.u-o i ft•riti, 1·im'londo.udo sul campo (come Ella m, avr\'a. signitìcato a mezzo di un no:-.tro ufficiale i soldnti che a. me li recavano. C~to il comba.ttim-'nto, :)Olo a.llor.1 fui ragr;-iunto dai colleghi; fu.<'('Jilmo trasport!\rO tutti i feriti nel viciuo pae.;eiJo c li facemmo adagiare in ,·orie ~·1\.'iUpolc sopra un p>' di paglia. PJ.sSai la. notte con loro.

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