Bonaiuto Del Vecchio - Sugli ultimi fatti di Bologna

45 tribui1 si a chi ne mancava, e prima opera fu quella di ristorare le fabbriche della M'lutagnola, dove apposito marmo tram:mùerà ai nepoti la me· Dlùria dell a trùesca rabbia. La città rimunerò i bravi Popolani coll' aggregarli tosto alla civica, premio da essi cotanto ambito. S appiano i ricchi trarre partito dall' indole ottima della plebe bolognese, la quale checcbè ne dicano i malvagi ne•nici suoi e dell'Italia, ba l'animo procli,·c alla virtù e non le manca che d' esservi condotta. Quanti mai non divengono scellerati perchè trascinolli al delitto il bersaglio della fortuna e l' incuria degli uomini ! Deh, voglia l'umanità progrediente pria ch' ogni altra cosa, porre ~e ria attenzione a cotanto vero e lo ripari con l' opra anzicchè con futili parole. Il popolo in generale è sempre buono, e generoso, ed il bolognese racchiude in sè tal germe di politiche combinazioni non comune ad altri della Pcuisola. Nè mi si voglia niegare l'indole eccell ente di questo popolo, at:cusandolo per lo contrario di malvagità e prendcndone argomento dai casi or· rendi testè accaduti, c!Jè l'opera di pochi tristi non debbe offendere l' onore d ella massa; altrimenti saremmo nella occasione medesima di quel Mussulmano Signore, che disse, purchè il reo non si salvi, il giusto pera e l'innocente. Ona mano di scellerati contristò Bologna per alquanti dì, dandola in preda ad una anarchia Ia più spaventosa. Rapine, ferimenti, uccisioni ed altri mostmosi dditti si commisero a danno de' pacifici cittadini, ed in onta alla \'olontà degli onorati popolani, che prega\·ano il governo volesse abbandonare gl'iniqui alla loro vigilanza ed alla

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