Ugo Rabbeno - Le Società cooperative di produzione

77 cosicchè manca per loro un criterio esatto di comparazione, nè è quindi possibile addivenire fra esse ad una giusta ripartizione del valore del prodotto. II Cossa poi riassume conc.ettosamente la questione, e, facendola uscire dalle astrazioni, la considera dal !>UO vero punto di vista pratico : « Nella applicazione del sistema (di ripartizione del prodotto fra capitale e lavoro), che sembra il più equo, di quello cioè che divide il profitto in ragione di capitale e lavoro, occorre necessavia11nente dar l1togo ad una transazione, essendo non ·solo insoluto, ma evidentemente insolub-ile il problema tentato dal Thiinen e dalla sua scuola per determinare esattamente le giuste pr01porzioni della retribuzione naturale del lavoro di fronte a quella del capitale ..... tra i molti ed innegabili vantaggi delle società cooperative di produzione non vi sarà mai quello di togliere di mezzo i conflitti fra capitale e lavoro, conflitti che rinasceranno sem:pre, per la doppia qualità di operai e di capitalisti, di cui sono rivesti~i i soci in proporzioni molto diverse, e che perciò dànno origine a collisioni di interessi circa il riparto degli utili>. Una volta rinunciato adunque a risolvere la questione in modo assoluto, occorre dar luogo, come dice benissimo il Cossa, ad « una transazione». Ma su quali basi fondare tale transazione? Evidenteemnte tenendo presente in pari tempo il concetto del!' equità, e quello che abbiamo dato alla società di produzione, come di forma di impresa esercitata collettivamente dal caip,itale e dal lavoro. La «transazione» è stata praticamente, già lo dicevamo, in tanti modi, nelle varie associazioni che, naturalmente, dovettero adottare un criterio qualunque di ripartizione, senza del quale l'impresa non avrebbe potuto funzionare: i criteri i seguiti furono assai diversi, ma si basarono tutti su di un sistema, che fu accolto pure, in mancanza di meglio, dagli economisti. La base ·si prese nell' ordinamento del!' impresa spt:!- culativa, come accennava il Reybaud, e si convenne in

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