Ugo Rabbeno - Le Società cooperative di produzione

41 successo, si guadagnarono un posto saldo ed ornai indiscusso nella scienza economica. Ma non si può dire altrettanto del principio generico della cooperazione, come ordinamento economico nuovo, quale vedemmo esser vagheggiato dallo Stuart Mili; chè finora del coordinamento delle varie form~ di cooperazione in un tutto unico, non si ebbe traccia alcuna, ed anzi si manifestarono tendenze piuttosto contra rie che favorevoli ad esso. E quanto alle società cli produzione, l'esperienza fu molto meno generale, molto meno concludente che per le altre forme: i resultati ottenuti non foron tali da incoraggiare l' entusiasmo, da alimentare le concepite speranze: nè però furon tali da scoraggiare del tutto, da condurre a rifiutarne in modo assoluto il principio:. di qui la freddezza, o quanto meno la fiducia molto liminata riposta attualmente dalla maggior parte degli economisti in questi istituti. :Ma non è giunto ancora per noi il moniento di discutere il valore economico-sociale delle associazioni di produzione alla stregua dei fatti osservati: noi vogliamo innanzi tutto porre in luce lo « scopo », la « funzione» generalmente assegnati a tali associazioni; vedere i vantaggi che se ne ripromettono; poi passare in rassegna tutte le obbiezioni che sono state portate contro cli loro nella scienza. Ed allora finalmente vedremo quale sia la risposta che ci è data da11a fonte per noi più decisiva, dalla esperienza. Nella prima parte di questo nostro studio noi analizzamrno alcune forme, che qualificammo come « spontanee>> della associazione di produzione, e specialmente auella delle latterie sociali e di altre associazioni :rnalogl;e: non è ad esse che noi ci riferiamo ora, parlando dello « scopo » del'le società di produzione. Quelle forme spontanee hanno <li comune colla società di produzione nel!' industria manifattrice odierna, di cui noi ci occupiamo, l'essenza economica ed in parte anche gli effetti; ma nello scopo se ne scostano

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