Ugo Rabbeno - Le Società cooperative di produzione

r24 do siano diventati capitalisti del tutto, di sfruttare la loro impresa ccl il lavorn altrui ,ai proprii vantaggi, trasformando l'associazione da cooperativa in speculativa. Jon diciamo che ciò debba avvenire nel familistèro di Gui,sa: ideato e costrutto da un uomo ·superiore, da un uomo che si può dire ne creò addirittura gli elementi, esso probabilmente durerà così com'è: nè coloro che ora lo compongono è probabile che pensino a modificarne l'organizzazione, nè, pensandovi, probabil1nente oserebbero porre le mani su quell'opera meravigliosa che 1i redense. Ma fuori del famili 1 stèro la cosa è diver-sa: e se di quelle disposizioni si potrà in parte profittare, io non credo che neppur ess-e potranno essere trapiantate completamente e generalizzate nelle società cli procluz1onc. Poichè, ci è duro ma doveroso il chiarirlo, dal punto cli vista cleH'interesse individuale, dal quale non possiamo prescindere, ( chè, lo ripetiamo, non intravvediamo ancora alcun altro motivo capace cli sostituirlo o cli contrabbilanciarlo); eia quel punto di vista, e come resultato ultimo della associazione di operai per la produzione; l'associazione dei limetiers cli Parigi, che ci fece ribrezzo, ci sembra pur tuttavia più logica, che non il farnilistèro, cui pure non pO'ssiamo pensare senza un senso di profonda ammirazione. J\ questo punto, esaminati alla stregua della espe~ rienza i difetti e le diffì,coltà attribuiti alle società di produzione, tanto come imprese esercitate da operai in genere, quanto come imprese cooperative; e dopo rli avere posta in luce la difficoltà maggiore che le tocchi da quest'ultimo punto di vista, noi possiamo agevolmente apprezzarne nello stesso modo i vantaggi, quali furono esposti nel capitolo secondo cli ques'ultima p;-irte; possiamo vedere cioè, se i vantaggi attribuiti a.Ile società di produzione rispondano alla loro effettiva riuscita, ccl ai caratteri che esse assumono nel loro sviluppo.

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