Henry Barby - Il martirio di un popolo : i massacri dell'Armenia

} I MASSACRI DELL' ARMENIA queste era la mia: niia madre e tre u1ie sol'elle coi loro figli! « Ho saputo della loro morte molto più tardi. Io sono sfuggito alla deportazione e 1ni sono 11ascosto nella foresta di San Garahed, nella quale si erano rifugiati tutti coloro che, come me, era- . no riusciti a fuggire. ccUna notte, è giunta a noi un~ donna. Aveva fra le braccia un bambino, era semin11da, si t1·ascinava gemendo ed era. così magra e sparuta che ci parve _una rnorta il cui spettro ·ci apparisse. Parlò. Disse: « D,el pane! >). Moriva di fatica e di rame.· Non avevamo pane, ma solo del grano in chicchi che facevamo arrostire. Glie ne demrno con un po' di latte cagliato e disseccato ... <<= Poi ci ha raccontato la sua storia: « Era del villaggio di Kleybian e faceva parte di una famiglia deportata. Le autorità turche avevano .ammassato le donne e i fanciulli -dei villagga di Sordar, Bazu, Assanova, Selegan e di I(vars nel convento di San Garabed (luogo cli pellegrinaggio vi~ino a Mouch. La leggenda vuole che il convento sia stato costruito sulle rovine di un tempio da Anàhit, la grande dea, protettrice del1 'Armenia pagana).: (< Furono tenuti chius.i per cinque giorni; poi, riuniti alle donne e ai fanciulli di Meghti~ Pagh- . lu, Urogt -Ziyaret e di Kh.éybian, furono diretti ve1·so la stra~a del ponte _dell'Eufrate, avendo loro ,.....5..; 7 _,.., Bib ioteca Gino Bianco

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