Leone Gurekian - L'Armenia nell'anima italiana

S7 anebbe dovuto curvarsi per sostenere i dit·ilti ipotetici di questa gente fatale. li principio italiano consiste in ciò: amiamo la nostra Patria, adoriamo la nostra nazione, ma soffriamo anche per le dure servitù e per le ingiustizie, alle quali le altre stirpi vanno soggette. È di Virgilio, è di noi questo verso: Non igna,,·a ·mali tniseris succiw1·ere disco. Quando il più grande uomo di Stato della seconda metà del seeolo xix dopo Camillo Cavour, Guglielmo Gladstone, levò il grido delle libere nazioni, due popoli egli congiunse nell'eguale amore, l'Italia e l'Armenia. Prima di morire ebbe la gioia, che a tutti noi eomunicò, di veder liberata l'Italia, ma raccomandò all'Inghilterra, raccomandò ai suoi amici d'Italia di difendere l'indipendenza dell'Armenia; essa per lui rappresenta.va il privilegio del martirio. E invero, onorevoli colleghi, se non fosse l'ora, che ci costringe a discutere con brevità, vorrei narrarvi ·l'ordine, la graduazione dei popoli martiri; dopo gli ebrei, gli armeni terrebbero il primo posto, essi si possono chiamare i protomartiri della violenza umana. Questa guerra terribile, di cui è nota la responsabilità, si è iniziata con un massacro, che non ba riscontro nella storia. degli armeni, e finisce oggi con un altro massacro degli armeni. Soggetti alla triplice servitù della 'rurchia, la più crudele di tutte, della Russia, crudele a intermittenze, della Persia, mitemente crudele, ma sempre crudele, si adunarono a Erzerum·per discutere la propria condizione politica. I turchi si fecero rappresentare dai loro emissari e promisero agli armeni la autonomia se avessero combattuto gli alleati. Gli armeni non esitarono, risposero con un fiero rifiuto; e allora i turchi, sotto gli occhi, e forse per i consigli della Germania istigarono i Curdi, i loro assassini, a compiere quel massacro che oscilla secondo i numeri_degli ottimisti a 500mila vittime, e secondo quelli dei pessimisti a 700 mila: le donne rapite per gli harem, i fanciulli violali o ridotti in servitù. E anche di questi ·giorni, dopo l'armistizio, dimenticati dagli alleati nell'ultimo loro cOill'egno, perchè non li sottrassero come avrebbero dovuto e potuto alla dominazione turca, anche di questi giorni abbiamo a,,uto notizie che i turchi per dimostrare la loro sovranità hanno fatto altre 'il9 mila vittime. 81b ioteca Gino Bianco

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