Leone Gurekian - L'Armenia nell'anima italiana

32 Parla infine il colonnello inglese, deputalo della Camera dei Comuni, Sir Mark Sykes, che stette a lungo in Turchia ·ed in Armenia e conosce a fondo quei paesi e quei popoli. La narrazione degli atroci atti compiuti dai Turchi sugli Armeni, da lui veduti, desta il raccapriccio dell'Assemblea. ·Dopo i discorsi, coronati tutti da applausi significativi del sentimento degli ascoltatori, segue una piccola discussione per vofare alcuni importanti ordini del giorno. L'onorevole Luzzatti riassumendola propone di inviare dei telegrammi, per la indipendenza dell'Armenia e per• il riconoscimento sin d'ora del suo Governo, al Presidente Wilson, al Re Giorgio d'Inghilterra, ed a Clemenceau. * * * Le' condizioni dell'armistizio Turco, assai meno draconiane di quelle imposte dai- vincitori al Bulgaro, avevano tollerato la sua presenza là da dove, per i suoi reati e per conseguenza delle dichiarazioni esplicite dell' J ntesa, egli doveva essere espulso. L'Armenia, con dolore ed amarezza, rimarcava, in quelle clausole, l'imperdonabile omissione della sua indipendenza in Stato libero, che l'avrebbe sottratta alla ferocia del suo implacabile ed incorreggibile nemico. Esso vedeva i suoi carnefici. Enver, Talat e consoci mettersi pacificamente in salvo. Chi li credeva rifugiati presso i Curdi, chi in Berlino e chi, infine, in Marocco, invitati colà, senza dubbio, dai fanatici panislamisti. Avvezza all'eterna longanimità dell'opera della Giustizia, la 'furchia, quantunque conscia della clausola che minacciava, in caso di torbidi, l'occupazione delle provincie armene, volle persistere nel suo barbaro metodo di risolvere la questione armena col sangue armeno. Le notizie, pervenute da quelle desolate provincie, di nuovi eccidi da parte dei 'l'urchi, produssero una penosisBib ioteca Gino BiaAco

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