Leone Gurekian - L'Armenia nell'anima italiana

16 causa degli Alleati, nella convinzione certa che, difendendola, essa avrebbe insieme salvata la sua propria, sacrosanta. II gentil amico dell'Armenia esulta al pensiero di vedere le tre sparse membra di essa restituita in una sola, unita: • Se conviene, egli dice, tener salda la fecle che dal dolore e dal sacrificio di questi anni di guerra sarà per uscire un mondo rin novellato, basato su principi della giustizia, occorre ritenere per fermo che la fine della guerra segnerà altresì la fine del martirio, ormai secolare del popolo armeno ». E rammaricandosi sulle sciagure che piombarono di nuovo sull'Armenia, per causa della clefozione russa, prosegue: « La nostra coscienza si ribella al pensiero che la pace di domani possa non solo avvincere di nuove catene popoli fino a ieri indipendenti, ma possa pur ribadire le vecchie servitù, che antiche ingiustizie e violenze posero a popoli che avevano il diritto e la capacità di vivere liberi. • Ebbene, se oggi nes~uno osa pensare che una tale sorte sia riservata al Belgio, o che i fratelli nostri del Trentino o di 'l'rieste non debbono venire ricongiunti all'antica madre, nessuno nemmeno de1•e dubitare che il popolo armeno non abbia anch'egli da ottenere quello che giustizia comanda che egli ot• tenga. « Dopo quindici secoli da che soffre sotto la tirannide di popoli più forti, diversi di stirpe e di fede, che invano hanno tentato con ogni mezzo di assimilar!o, e, non riuscendovi, di annientarlo; dopo· cinquant'anni di lotta ineguale, in cui egli ha inevitabilmente soggiaciuto, immerso sempre in un lago di sangue, oggi ancora esso si presenta innanzi alle altre nazioni civili con una vivente e distinta unità di stirpe, con propria lingua, con propria religione, conscio di se, e dei suoi diritti e delle sue necessità, e come tale reclama di aver parte fra loro. E appoggia il suo reclamo su questa sua tragica storia: una nazione, che resiste con tanta tenacia a cosi avversa sorte, può ben vantare alto i suoi diritti di fronte alle nazioni più fortunate, tanto di più poi quando queste hanno verso di lei doveri antichi e nuovi, doveri di gratitudine e di impegni contratti ». Bib ioteca Gho Bia'lco

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