Leone Gurekian - L'Armenia nell'anima italiana

10 Quali siano stati i criteri che abbiano dettato, in quelle · ,circostanze angosciose, i principi di equità, come sieno stati valutati dalle Grandi Nazioni dell?Intesa gli- aiuti fin'allora prestati dalle piccole alleate belligeranti e quello che esse erano pronte a sacrificare, per il conseguimento della vittoria finale, sarebbe difficile il supporre. Ma ora che udiamo le dichiarazioni, vediamo i fatti e le tendenze, ora solo ci è autorizzato d'opinare che, nella grande equazione dello sforzo concertato per la vittoriosa pace e nell'apprezzamento del merito, le piccole forze, come funzioni delle grandi forze determinanti, erano state totalmente eliminate come termini trascurabili. Inoltre, le Grandi considerandosi protettrici, alle piccole non rimaneva che esser paghe della loro ~ liberazione » dal giogo dell'oppressione. Questa, infatti, era sfata la parola d'ordine - ancora in uso - da esser data, come risposta, ogni qual volta·la domanda veniva rivolta ai dirigenti sull'avvenire delle nazionalità oppresse. Ma ai pratici di quel linguaggio non fu difficile capire che libemzione non includeva il senso della Indip&nàenza in Stato libero. Sottigliezze filologiche, gustose quanto le ricerche archeologiche, che dilettando lo spirito prolifico del diplomatico, gli offrono gli argomenti per stabilire dei ~ diritti SfllJOlari,risul,.. tanti da titoli istoric,i ». Non pochi, fra i più arditi e più sinceri propugnatori dei diritti dei popoli, protestarono contro questa mancanza verso le piccole nazionalità alleate, le quali, nella loro illimitata fede, rischiavano l'esistenza. L'Armenia pure ebbe i suoi magnanimi difensori. Molto .fu detto e scritto sulla questione armena, la più degna e la più giusta. Tutti convennero che non solamente per il sangue sparso, ma per il decoro dei principi ammessi, l'Intesa era in obbligo di riconoscere ufficialmente la nazione armena come alleata, e proclamare, dopo averla libeBiblioteca Gino Bianco

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