Miscellanea del giorno - 1847

( tiO ) corte romana. Gli arrestati son chiusi in carceri umide, senz'aria rinnovata la state, con un tavolato per letto, pieno d'insetti, amitti nel miserabile vitto, fatto più miserabile dall'inumana avarizia dell'appaltatore; e lì giacciono mesi ed anni, senza luce, senz'amica parola, senza speranza di meglio, senza nemmeno conoscere che pesi loro sul capo, talvolla dimenticati perfino da chi li fe'incarcerare. Se per le cause civili i tribunali si succedono all'infinito, non v'è appello pe~ le criminali, nè guarentigia ; le prime fruttano al tesoro, le seconde costano. E i delitti crescono, e la povertà si dilata, e le famiglie vivono nella diffidenza, c le carceri rigurgitano di prigionieri innocenti e noconti, e la sevizia esereitata su questi cancella nel popolo la memoria del commesso d,elitto, nè resta che la compassione per le lor soiTerenze, l'odio contro il governo. Mentre io scrivo, le prigioni traboccano d·infelici , ammonticchiati là dentro; c pariasi di liberare i condannati fino ai cinque anni di galera , di deportar gli altri. Che le province rette per anni ed anni dalla legislazione francese siensi )agnate e si lagnino, non fa meraviglia; io meraviglio piuttosto che abbiano sopportato questo giogo finora. Quantunque i malvagi abbondino per virtù delle leggi e delle condizioni miserrime del paese , crediamo non debbasi attribuir tutto questo a mancanza di lumi e d'onestà e di civiltà;. sa~eb~e.in~ame sentenziare quelle generose popolazwm tnstl dt loro natura, che nobili sono, e vanta~o ?apti e coraggiosi intelletti. Tutto devesi a quel prmCJpto fondamentale, non atto a riforma, e religio-

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