Miscellanea del giorno - 1847

( 174) che gli rubavano le sue case c le sue terre, e alla sua patria insultavano, alla sua libertà, alla sua indipendenza. Cinque giorni durò terribilmente la battaglia ; e i cittadini Genovesi, quasi senza armi, con quell'irresistibile coraggio che viene dallo amore di libertà, e dalla indegnazione d'un popolo deriso e oppresso, uomini, fanciulli, donne, nobili, preti vinsero, asserragliati com'erano da tanta rabbia c forza nemica , la prepotenza tedesca, che li avca disarmati, solita a farlo con tutti i popoli che soggioga per iscannarli c succhiarne le sostanze impunemente; li scherniva in que'primi loro sforzi, ma ricorreva allo scherno per nascondere la propria paura ; e il popolo inanimato in quella esacerbazione ne fiaccò l'orgoglio, liberò le sue terre. Tanta è la forza che Dio ispira a chi difende l'onore, l'indipendenza del proprio paese! Cento anni fa! E da moltissimi altri anni, Italia anela di stendere quel trionfo genovese fin sulle terre Iombarde, ricacciare la rabbia e avidità tedesca che la spolpa e disonora, ridiventare un popolo, una nazione unita, rispettata, gloriosa. Desiderio santo che gli Italiani tutti scontano ancora sotto un maggior peso cd insulto di vergognnsa oppressione. E perchè? pcrchè l'arte tedesca che influisce ogni governo c ministero d'Italia, c ne occupa una delle più fertili c popolose contrade, è riuscita cento anni a ingannare il nostro entusiasmo, il nostro ingegno, le nostre volontà, col dividerci. 1\fa nn popolo si può ingannare, opprimere, ma non dom11re. Un'altra vittoria simile a quella della forte Genova può rinnovarsi, Italiani. Piangiamo insieme, giovani c vcccbi, popolo e grandi, d'ogni professione, di ogni partito, d'ogrii paese, tlltti piangiamo di dover celebrare colla voce compressa, a mani sempre legate il centenario d'un atto glorioso di libertà: c questo !'acro pinnto frutti a tutti un furor di speranza, un coraggio uguale alla santità dell'intento, di r!conquista.rc l~ n!JStra indipcnde~za. Le cause giuste non periscono mal; c 11 tiranno c lo stramero non può soggiogare che i codardi! Dilli

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