Miscellanea del giorno - 1847

( 104 ) alla mano, ed il piè sulla santabarbara della batteria, agli annunzi funesti, all'intima di resa così rispondeva: · -Se i nostri compagni son morti (cosa ch'io non credo), dobbiamo batterci tutti sino all'ultimo. Se abbiamo la fortuna di respingere il nemico, avremo vendicato il sangue de'martiri della libertà; in caso diverso, faremo volare la batteria, ed andremo a unirci co'nostri fratelli nell'altro mondo. Gl'impauriti si tacquero e aspettarono l'evento. Nè intanto su i campi di S. Antonio cessava il combattimento, ma vieppiù inferocivasi. Il Garibaldi tenne la sua posizione fino ad un'ora di notte. La rabbia della sconfitta, essendo questa una vera sconfitta, in._ catenava in quel luogo Servando Gomez che voleva a ogni costo distruggere la legione e vendicarsi . A notte già fitta, il Garibaldi s'aperse un varco, e cominciò un'arditissima ritirata, portando seco molte armi c munizioni nemiche, e perfino il lacero tamburo deiJ'infanteria di Gomez, e lasciando pochi morti sul campo; che vivranno sempre nel cuore de' loro compatriotti. I meno feriti procedevano; il Garibaldi coi non molti rimasti incolumi stava alla coda, ripellendo il nemico quando troppo incalzava, sempre combattendo lungo la via. Inverso mezzanotte rientrava nel Salto l'eroica legione, ridotta a poeo più di cento uomini. Quanta fosse la gioia degli altri e degli abitanti in rivedere i fratelli che si credevan perduti, non è a dirsi. Tutta ]a popolazione surse; s'illuminarono le finestre; suon di trombe, scampanate, e lietissime grida salutarono i reduci, le amorevoli dimostranze furono molte , e

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