Volontà - anno XVII - n.3 - marzo 1964

essa non lo poteva e allora che conclusio– ni tirare da questa drammatica impoten– za?> (« L'Essor > del 18 ottobre): « L'autore ha avut<, l'intenzione essen• ziale di evocare il dramma del subordina– to che preferisce, all'obbedienza agli ordi– ni del superiore, l'obbedienza ai comanda– menti della sua coscienza. Il soggetto è perfettamente valido e di una bellezza traaica. E' incredibilmente attuale, poichè la nostra epoca h:1, preso nell'ingranaggio dei totalitarismi gli stessi che volevano combatterli. E' pure salutare ricordare, prima che non sia troppo tardi, che 11 mondo. così come evolve, potrebbe met– tere molti di noi dinanzi a cosi gravi di– lemmi> ( « Gazette de Lausanne> del 26 settembre); «Simile al defunto Frank Buchmann, fondatore del Riarmo Morale, Pio XII sembra avere a lungo considerato il na– zismo come un bastione contro il comu– nismo. Ha dunque evitato di combatter/o, temendo di indebolirlo e di fare il giu.o– co di Mosca> (« Feuille d'Avis de Lausan• ne> del 24 settembre): «Sappiamo che a causa dell'inerzia e della prudenza di coloro che avrebbero potuto parlare ed agire in nome dell'auto– rità civile e religiosa che stimavano pos– sedere data la loro posizione. niente di va– lido è stato tentato per cercare di difen– dere una causa che sembrava perduta> («Scmcur Vaudois> del 5 ottobre). La rappresentazione londinese (il dram– ma è stato interpretato dagli attori della «Royal Shakespeare r.ompany>) ha avu– to luogo il 25 settembre. Anche in Inghilterra gli ambienti catto– lici hanno vivamente reagito, credendosi forti di una lettera inviata da Paolo VI alla rivista cattolica «The Tablet> e con– tenente un facile «potrei citare moltissimi fatti>, A Parigi. dove il dramma è stato rap- 176 presentato dal 9 dicembre in poi, ogni se– ra delle risse sono scor,piate al «Théatre de l'Athénée>, al completo, risse provo– cate, dentro e fuori, dalle manifestazio– ni apertamente violente dei membri di un comitato «Pro Pio> (fanatici seguaci di Pa– dre Pio il guaritore). Fra i 700 spettato– ri che può accogliere la sala si trovarono, nlla prima rappresentazione, un centinaio di poliziotti in borghese. Perfino il cardinale Feltin, arcivescovo della capitale france.~e. è intervenuto per condannare in u11comunicato da leggerez– za con la quale il papa Pio Xli è stato messo in causa>. Tutta questa gazzarra non è stata ca– pace di soffocare !'()biettività dei fatti. Jorge Semprun. l'adattatore in francese del dramma di Hochhuth. scrive che c11es,.;una replica. importante è stata in– ventata e i'atttore Jia lavorato, con una ve ra coscienza di storico. basandosi sui do– cumenti>. Magistrale la presa di posizione del set– timanale «France• Observateur> che dedi· ca alla polemica un fermo articolo inti– tolato «I silenzi del Vaticano 1943>, arti– colo che bisognerebbe riprodurre qui per intero. Su «Paris-Press>. il critico Jean Vermo· rei. pur evitando il dilemma amletiano, scrive comunque: «E' colpevole o non lo è? Una sola cer– tezza: Pio Xli ha salvato la Chiesa. Ma il papa che, attraverso i conventi, salrò quasi mezzo milione di ebrei (1) è lo sf.esso che telegrafò tre volte (1942, 1943 e 1944) al mostro Ante Pavelitch: «Vi inviamo con gior!J la nostra benedizione apostolica>. Al processo di Nnrimberaa il mondo fu stu– pefatto degli interventi di Sua Santità in (I) Si tratla dì un salvataggio che era troppo spesso una prudrntc • uscita di sicurezza • co– me documenta, con prove schiaccianli. lo sto– rico polacco Ringclblum (n.d.t).

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