Volontà - anno IV - n.5 - 15 novembre 1949

cìpi sono slal i adottati dagli stessi cooperatori. Oggi una cooperativa di distribu· zione è una istituzione composta di gente che si riunisce pc1· oltenerc ciò di cui abbisogna al pii1 basso prezzo flOSsibile. Lo sfruWunento ed il pro• fino essendo scomparsi, la difesa del consumatore non sarebbe pili neces– saria, dlla gli strumenti di .:Jic:tribu– zionc collctti"a io sarebbero pii, di prima. I magazzini delle cooperative ,li già esistenti costituirehbero, chm– que, delle basi che bisognerebbe mol– tiplicare ,·eloccmentc. Questa cen• trale-cooperath 1 a, grazie alla sua e– sperienza ccl ai suoi tecnici, potreb· he april'e delle nuove succursali. Ma è indiS<;utibile che, 1 fìnchè durerìt questa organizzazione, la popolazio– ne dovrebbe continual'C ;:1 dfornirsi con il minimo di difficoltà possibili. E bisogna cercare dei mezzi comple– mentari. Si sono gi,\ sviluppate, sullo stesso luogo di lavoro, numerose cooperati– ,,e cli officine. Esse costituiscono uno dei migliori modi di distribuzione e di controllo della distribuzione, Il loro moltiplicarsi pcrmcltcrcbbc di semplificare cnonnemcnle il proble– ma 1>rocurando direttamente ai J:i. ,,oralori, uomini e donne, un buon numero <li. prodotti di cui avessero bisogno. Sarebbe opportuno di uti– lizzare per questo lavoro una parte degli cx-commercianti, secondo le loro specialità e sotto il controllo dei delegati dei la\'oratori. Questi tecni– ci, il concorso dei quali sarebbe ne– cessario, una volta raggruppati non potrebbero sabotare la ri"olu.zionc almeno con un.i. larga azione sì da diventare pericolosa. Si può ugualmente prc\'edere del- 314 le cooperali\·e trasformate iu nrngaz• zini di distribuzione appartenenti a dei sindacati, in tutti i <1uartieri. Per esempio, in ogni quartiere ci sareb– bero wlo o pili magazzini dei metal– lurgisti, dei minatori degli addetti ai tras1>orti, dei muratori ecc., secon– <lo il numero dei la\'Oratori. Coopc• rati.ve cli <111estogenere o grup1>i di com1Hatm·ì, che ne sarebbero il pun– to di partenza, esistono già. li loro moltiplicarsi permellerch· be non sohanto di contribuire a ri• soh•erc il 1>roblema 1 ma anche di conlrollarc gli elementi parassitari «I i sabotatori della 1>roduzionc che dovrebbero dir~gcrsi ai centri della distribuzione non sindacati e così sa– rebbero pili focihnt.•ntc smascherati. Naturalmente queste coopcra1ivc non sarebbero pili le cooperative costi– tuite suila base di azionisti privati, ma formate sui legami ciel lavorn e gli alluali gruppi di compratori ne sarebbero spesso il nocciolo, e le (·oopernti"c o i magazzini di distri– buzione non implicherebbero l'ob– bligo asroluto di rifornirvisi. Un cer– io margine dovrebbe essere lasciato alla liberti! indi, 1 icluale. Si può ugualmente pre,·ederc di utilizzare i grandi ccl i mcdii ma· gazzini di commercio già esistenti, elci quali i sal.1riatr potrebbero as• sumere la gestione sotto la responsa– bilità elci loro sindacati che agiscono in ar,monia cou le norme generali fiss.'lte dall'insieme della societ11. Il sin<laento e la federazione degli impiegati potrebbero e dovrebbero contribuire all'organizzazione tecnica di questa sistemazione ma, contraria• mente a ciò che così spesso hanno ripetuto certi teorici sindacalisti. d'c· siderosi di sindacalizzare tutta la vi•

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