Vita fraterna - anno IV - n. 9-12 - 15 mag.-30 giu. 1920

VITA FRATERNA I s.ero degli altri libri tutti noi d•i S. Giacomo di RCYburent ci faremo · gran festa. A Zia Mariù che ce li aveva mandati ,per niente abbi,a,mo S[Pe,dito un sacco di ,oasta-gne che eravamo a-rndati a spigolare .nei nostri bo,schi per dare ai bamlbini dei profughi che sono . a Torino, ma om a Loro no•n a,vremmo arncora niente da r,egalare, ·ma forse so,no tanto buoni che as,petteranno quando avremo qual- .che cosa; Ta-nti ris·petti da Sa•lvaticO Maddalena. · Egregio, signor Maestro, 150,no quello che ri,governa il co,ni,gho Bia,rnco che ci à dato il Comi,zio per mi,giiorare la razza e produrre un poco più di carne. P,ér le •coniglie che p·ortano, -teniamo· un registro e pa,gano la tassa, l'anno pa.s,sat,o abbiamo ritirato L. 17, ma 11e abbiamo av,uto assai biisogno [Per un inicendio, ma o·r.a risparmieremo ,per avere un. focr11doa mandare a Lei che da Milano ci potrà s;pedire dei q,uaid'erq1i;per fare i compiti nella scuola. Qui sono di carta brutta -con due fogli e va.lgono 2 solidi, e non ànno mai le righe che vanno ib-enè. Dli1co ancihe -che l'anno passato a:bbià"mo fatto la festa· degl:i• atberi sull' Al,pet-to, ci -erano 14 scuole e ab,biamo piantato dei lariici a '111.16oo sul mare. Avevamo anche la s,catola della . ·Croce r-os,s.a con 23 L. di .s-oldini, m.a ora non l'a•bbiamo più. Lavo·riamo volenti-eri nell'orbo della scuo1a e i più grandi e bravi fanno la squa,dra dei - Giovani agr-i-coltori __:_e ,s:periamo anche di guada,gnare qual:che cosa penchè la nostra .Maestra che conoSIC.etutti quel!li che ci posso:no giovare ipossa spend'erli per la nostra scuola. Mando tanti rispetti per tutti queHi della seconda e sono S. Secondo. DÒPO SCUOLA. Séra. 1 Che cosa mi lega alla scuola? ai miei scolari? Dii preciso noin so ( chi spiega tutto?) - ma so che in me, nel me pi:ù p,rofondo, v·è una forza sotti.le e pressante che mi spinge a ,gua,r<lar .fuori fuori, a •o•ffri.r la mah.o agl'i altri, a darmi. /Di-etro q~eHe finestre illuminate vi sono cliei piccol·i' - ed a,n.- ,che dei gra:ndil - che mi pe'!llsano e mi pesa,n,o, Ogni, gi10rno si striingooo, fra m'e e 1.oro, dei ·circoli <li intesa e di affetto in cui i'o devo far. cadere il granell•o di senape. -Sì. Perc'hè io so vana la mi•a fatica se non tocco. se non liòero la lor-o anima; perchè se non avessi, questo còmpito e questo ànsito, sarei l'al.bero secco che i-ngoinbra la via. Questi miei :brevis~i,mi giorni che ve1')lgon0,a voi, fanci,ulli, e che si sp.erdon10 nei secoli, ànno un senso ,che non muore e che si moltiplicherà nell'eterno, gcp. BibliotecaGino Bianco

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