Vita fraterna - anno IV - n. 5-6 - 15-30 marzo 1920

104 VITA FRATERNA c:iiedere a Di-0 di fare q1rnlche cosa che i1wece il poeta netta·me11te determùia esse,re il sd,Jo com,pito. la sola azione ch'egfi riserba a sè; soltanto qnesto è il s110 dovere, non solo d·i 1co1no,ma anche d',i poeta., foggiarsi ,ma vita « semplice e d-iritta ». Chiedere il permesso di fare qnesto può magari implitare mui richiesta di ai11to, tna non equivale a chiedere che Dio lo frz•cy:ia,sopra ttitto q11a.1ufotittto il co11t.esto te11de a mettere in rilievo che so.fa qnesto com.pita spetta al poeta, affinchè ,·i « Poeta Maestro» possa. operare per mezzo s-no. La tra.d11,zioneDel Re toglie ·completa.mente q,c.esto ri:Iievo. C'è un canto ove la fede buddista nell'evoluzione di ciasc'llno spirito attraverso infinite vite s11ccessive si fonde con l'esperienza di ciascun 1tomo, che ha. da conoscere e s•upera,re il mo·ndo per ti·ovare se stesso e Dio in sè « netl'fotimb sacrario» (12). - Per q11-amtosi tmtti di trovare Id.dia,, è gi1mge,11doalla propria essenziale realtà che /'nomo lo trova, ~ è 1'·11ornoche comp·ie « # l1mgo viaggio » per gi~ingere alla meta 1'11teriore; perciò nella fra.se « E' la ·via piiì, lunga che più v-icino a te stesso ti porta», questo « te stesso» e--<1,identementesi riferùce all'11omo. Del Re scrive « Te stesso», mai:usco/o, ed ecco amiebbia.to •il pensiero! Il canto che ad ogni strofa 'liipete « Egli viene, viene sempre, viene» ... celebra ,l perenne finvre deDJavita divina nel creato e nello spirito 11111a110, venire 11011mai comp,:tito, ma P1tr sempre presente (45). Ma. Del Re sem>- bra non aver com,Preso questo, poichè trad11ce. « Egli avanza, avanza, semPre più s,: avviàna ». - Si avvicina a che cosa? ... Se per t11.tto il canto, 11e;·soper verso, il « venfre » divm-o è espresso con la presenza divina! Di- .re che Dio si avvicina potrà esprimere 11-nfatto vero, nia evidentemente non è 'la verità che qwi è cantata., e che resta off'll.scata. dal ritornel,?J tr~· dotto a q11,el~nodo. E la marcia dei g11errieri dice, trad1tcendo /etierahnente << qMando i: guerrieri ·11scirono prima ... » (85). Q11.esto « prim.a » è avverbio, ed è ovvio che significa « nel momento in c11,i11,sciro110 »; è di q11elle parole che 111 italiano riescono s11perfi•ne.Ma Del Re ne ha fatto frn aggettivo, e traduce : « I Primi guerrieri che uscirono ... » O chi mai sono essi? ... La debolez:;à; della creatura 1tmana che viene a./ mondq, e la vittor-iosa forza che pure dt:t questa creatura si sprigiona è fa.tto che si ripete per t11tti i «guerrieri~> dt?/ Signore, npn solta4ito per tion sq q1ta,li ;<primi». Dfre Tagore: « L'aniplesso della libertà io sento in mille vincoli digioia » - pe1isiero profondo. e se voglian1,(J, nuovo; espressione del pi,, armonioso equilibrio della vita umana. E Del Re iwrfece trad1,ce: « Mi sento la libertà vincolata da mille déli?ie ». Questo è addiritt11ra capovolgere il pensiero delt'origma/e f In 1tno degli ·1tltimi canti (87) il poeta. parla di 11,11,aperso1ui cara perd11ta; il pronome è fe111-111in.::le. • Invano egli la cerca per tutta la casa: la di.partita 11an tornerà ma.i Pùì aUa piccola d,i1nora nman.a. « Ma infi·nita è la ttta magione, o S•,:gnore, e cercando lei sono giunto alla T11a porta ... » E' la ricerca della creat1era perd11ta che lo cond11ce alle sogl-ie divine; q11e-- sto è evidente, ed è ancor p.iù chia,ro nel testo inglese perchè il ,J>ron,om,ì, femm1:n1Je non può che riferirsi a persona. Del Re riferi'sce la ricerca ... alla magione dlivina.: « Ma. il ttio Pa1azzo, o mio Sig11-0re, è injì111:to,e cercando/o sono giunto alla t11aporta». E che egli non abbia compreso q11.esto ca•ito, lo vediamo anche alla fine. Nel dorato crepnscolo i{ poeta leva al' volto d1'.vino le sg11ardo bra.nioso; egli è giunto s11/l'orlo dell'eternità, dove nulla si perde, « nè speranze, nè gioie, nè visione d'11n volÌo veduto attraverso le lacrime». Q11i, « ove nulla svanisce», egli ora la cerca, con BibliotecaGino Bianco

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