Vita fraterna - anno IV - n. 3-4 - 15-29 febbraio 1920

VITA FRATi:RNA Ili blemi: 'l'assistenza del malato povero in ca a sua, la vio-Janza sulie abitazioni popolar;, suJ:'ig!ene della vita e d'el lavoro d~!l' peraio e della sua fmiglia, dei suoi bambini anz;tu.t~o - su la salute pubblica. Tutto questo le infermiere volontarie hanno sçoperto in genere nell'ospedale. E hanno riportato e diffuso la loro scoperta nelle famiglie; così, enza forse saperlo e volerlo, hanno concorso a formare •una più diffu a coscienza del problema dell'assistenza. Secondo merito, e non minore, dell'opera di assistenza volontaria in guerra, è stato quello di portare un rimedio o almeno quaiche miglioramento alle condizioni di assi tenza quali erano sta-te previste e preordinate ufficialmente dalle autorità compf'- tenti ( ?) e quali da queste sarebbero state tollera e e approvate come regolari. E' pavento o pensare co a sarebbero stati gli ospedali di • guerra in Italia enZ'3. l'intervento delle in-f-ermiere volontarie e t18n c·è per questo da lavorare di fantasia: si può far ene u idea cja quel che appiamo di pur molti ospeda:i militari in cui le ;nfermiere volontarie non erano amme e, dove l'a i enza ai degenti era - militarmente - affidata ai pia11to11i,, e aiutanti di sanità, o ia pressochè nulla nelle ore in cui gli ufficiali medici non erano presenti a ottenere un miglior servizio col timore delle punizioni, e particolarmente la notte; - dove i letti non erano rifatti per giorni e o-iorni, la bia,ncheria non era cambiata per settimane e settimane,. doYe il contegno e il tono di voce della truppa di guardia, a cui ·si associavano pe so i convalescentiJ era più da caserma che da ospedale, dove le uore comparivano. olo per la preghiera della mattina e della sera, per la distribuzione del rancio e dei medicina!~ - ui tavolini dei degenti -, per il cambio gelo amente raro ,di olito, delle biancherie, o per l'assistenza· r ligiosa di qualche morente.... . Sarebbe in"tere ~ante e i truttivo raccogliere a que to proposito e vagliare le testimonianze dei oldati che - malati o feriti - snno sta-ti curati in ospedali 0011 e enza infermiere, e hanno potuto fare i loro confrpnti. Siamo oro-oglios.e di poter citare qui la testimonianza di un eroe puri imo della no tra guerra, il Tenente iFukieri PaulucC'i di Calboli. Egli scriveva nel nov!!mbre del '17: ~ Ricoverato per ferite a tre diverse riprese in ospedale, io ho avuto agio, .passando da un luogo di cura a un altro, di paragon.are, di constatare, <li gi,ud~care. Ho rilevato in un ospedale delle manchevolezze che non ho notato altrove; ho trova o in altri Biblioteca Gino Bianco

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