Vita fraterna - anno IV - n. 3-4 - 15-29 febbraio 1920

• VITA FRATERNA le SC'uole, 1 sue e non sue, s'impartisca ai giovani una cultura seria e organi.ca, deve richiedere dag.li insfl,gnanti preparazione adegua- ,· t;' e specchiata• moralità, deve tener fermo al diritto di abilitar,e esso, ed ess.o sol.o, a•lle più importanti funzioni ,della viita sociale. Non ,deve cornfonder,e la sua altissima ·funzione educativa col· ma:.._ nopolio che impone a.1 pubblico erario un onere_ insopportabile, sopprime ogni libera e sana iniziativa privata, affolla mostruosamente gJi, istituti pubblici, séalzando così le basi medesi'me della educazione. La scuola di Sta:to potrà risorgere ·a novella vita, quando escluderà dal suo seno gli in<:!ttie ,gli immeri,tevoli ,e .i 'tra:sformerà da fucina di ,cJipl·omiin tempio deJ sapere. A questo fine do1bbiamo pr.o,pugnare l'abolizione ,dell"attuale regime di favore per alunni e insegnanti statali e la sostituzione ·agli esami di promozione e di i.icenze, ora in vigore, di esami di ammissione a tutti ,gh ordini di 5cuola. Bisoigna ins,omma .assoggettare tutti gli ,alunni, da qualsia- , si scuola prove111gano,·a:11,me.edesime prove ed ai medesimi ,doveri. se .si v1w:e favorire l'esplicazione d.i ogni libera •e sana inizia,tiva nella scuoléJ,,pubblica e privat,a, ':ponendo in grado ,di gareggiare fra di loro con reciprnco l)enedicio, se si vuole allontanare dalla ,1c110lapubblica chi vi accorr•e per ragioni bassamente utilitarie e ridare agli insegnanti quel senso deHa propria responsabilità e quello- s:timo'.o a far bene e a progredire che è venuto ormai a, mancare a troppi di ,essi. In questo regime di libertà è altresì la soluzione di un pro1Jlema che l'Italia dovrà tosto affrontare, se vuole intensificare la produzione e liberarsi del vassaUa.gglo s,ti:-aniero: il problema della istruzione professionale. Anche in ,questo caso il ,diretto e unifprme intenrento statale <e l'accentramento biurocratico riuscirebbero esiziali. Lo Stato deve aiutare e favorire .Je iniziative private, non sostituì·rsi ad· esse dove possono f;iorire spontanee, e deve affidare questo compito di incoraggiamento a organi tecnici, tratti dalle industrie, dalie .officine, dall'agricoltura, non dai soliti vivai <li ·avvocati e di politic;anti. Anche nella soluzione dei problemi ,d'indole economica e professionale il Faiscio propugnerà naturalmente una politica non di classe, ma schiettamente nazionale. Di1fend,erà .\o sta,to giuridico, e il benessere economico degli insegnanti di oigni grado, come condizioni fond'amenctali di un reale svogimento dell'istruzione pubblica. Ma combatterà tenacemente ogni fornJa di protezione BibliotecaGino Bianco •

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