Vita fraterna - anno IV - n. 1-2 - 15-30 gennaio 1920

20 VITA FJLAT•IUl"A legislazio,ne inglese interviene .per cercare di limitare la iornata di l,n-oro. Dal 180,3 al 1 848 vi è una serie di leg,g;i sulle fabbri,che che finisce a s~n. ziona~e la giornata dii lavoro di 12 ore e di ro ore per le donne. Dope• la rivoluzione del 1848 si· ha iii trionfo della borghesia ca,pitalista che si di<:hiara in apel'ta lottta contro tutte le leggi, ,ciò che porta a<d'una m1ova l'eazione dei lavoratori. ~ qui una nuova rii,presa della legislazione sulle fabbriche che si· compie nel r 864 in cui il lavoro era ormai protetto )c. galmente in tutti i rami. La legislazione inglese· ha le sue 1·ipercussioni in Francia dove nel 1848 è stabilita lagiornata di 12 ore e negI,i Stati Uniti d'America dove si inizia l'agitazione per le 8 ore di lavoro. La p;roduzione del plusvalore relativo è ott·enuta dal capi,tale in pnmo luogo mdianite la cooperazione. Quandq molti ,lavoratori: funziona-no ~nsieme con uno scopo comune, il loro lavoro si chiama cooperazione. In essa le differenze individuali dei singoli vengono comJ}CnSate dal numero maggio-re che produce un lavoro s,ociale me'd:io. Il lavoro collettivo- è più produttivo del lavo·ro ·individuale: s0rge la emulazione; una mag:gior massa .di lavoro è lanciata sul mercato in minor tempo. E' una forza produttiva di lavoro sociale. Così il lavoratore cancella i !limiti della sua individualità e afferma la propria potenza di specie. Per il lavoro . cooperativo è necessario che il capitamsta abbia maggior.i somme da anticipare e maggiori mezzi d,i produzione. Egli assume un -duplice còmpi,to: dirigere armonizzando le attività individuali ed estrarre il plusvalore. Ma il lavoro cooperativo non 'è retribuito come d<;>-· V t'ebbe essere; perchè il capitale paga a ciascuno la sua forza cli lavoro, indipendente, ma non paga la forza combinata: quindi le forze di lavorocombi-nate •si sviluppano -gratuitamen1e quando vengono ad appartenere al capitale. Pertanto il modo cooperativo'è il modo specifico della produzione ,capitahstica. Il secondo elemento di produzione del plusva•lore ·relativo esaminato da Marx è dato dalla divisione ntanifatt11.r1·eradel lavoro. La divi.sione del lavoro avviene quando una merce da prodotto individuale di un singolo operaio che fa,ceva una quantità di O!J)erazioni successive, dliventa il prodotto ,sociale di una quantità di operai, ciascuno dei quali non fa che com;piere ,costantemente J.a stessa operazione di dettaglio. Il meccanism-0 viven.te della mani.fattura - i'I lavoro collettivo - è composto quindi di tanti lavora.tori parcellari. L'assieme del meccanismo della divisione manifatturiera del lavoro· obbliga l'-0,peraio ad agire colla regolarità di un pezzo di macchina, crea una ,gerarchia delle forze di lavoro e suppone -l'autorità assoluta del capitalista sopra uomini trasformati tn sempli-oi membra dell'organismo che g-Jj awartiene. D'altra parte la divisione del lavoro scontorce il lavoratore,. ne fa qualcosa di mostruoso ooll'attivare artbficialme~te una sua abilità par.ùcolare sacrificando tutte le altre sue attitudini - mutila quindi il lavoratore. Ne, sorge una patologia industriale. BibliotecaGino Bianco

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