Vita fraterna - anno III - n. 16-19 - 31 ago.-15 ott. 1919

VI VITA FRATERNA dati che abbiamo assistiti, noi - salvo eccezioni - possiamo capire ·quali sieno stati i loro ufficiali. E questo deve essere monito ancheper noi, per quanto diversi il campo e i modi della nostra influenza. Continue, infatti, son le .occasioni - specie per quelli dalle Jcnghe permanenze ali' ospedale - di combattere pernicio5i preµ-iudizi o tristi abitudini, di sviluppare inavvertitamente sentimenti forse in embrione, di fare, anche mor~lmente, un po' di quella rieducazione della quale, ai inutilati e agli invalidi, dobbiamo assidua1111.!nteinculcare la necessità. il dover~-. ·it conforto, nel!' aspetto pro~ iessionale. • ..... così sentano essi in noi il vigile pensiero dei loro affetti, dei loro voti, di ciò che è lor~ ,mancato, - da noi venga ad ess-i, analfabeti Od invalidi, la mano c]_le trasmette ai loro cari il lorò pensiero, o reca il libro o il lavoro che educano e ricreano, la voce 1:he conforta, che richiama; che rialza, il sorriso che allieta. fofatti, se sono stonatura, rivelatrice di vuoto •interiore e di · incoscienza, l' alle.gria fatua e chiassosa e le chiacchiere vane cor colleghi o con le compagne, che fanno offendere e trascurare gli"ìnfermi, altr.ettanto è preziosa ali' osepdale, - in corsia sopratutto - la sereni,tà, talora anche· gioconda, che può spesso costare uno, sforzo del cuore stretto. ma chè è un farmaco effièace quanto inav- ·~ertito. un necessario complemento del!' oper.a fraterna. Per tutto il lavo1·0 di assistenza morale, sarà utilissima una buona scelta di giornali, di opuscoli, di foglietti di propaganda. a.datti alle diverse mentalità •e ai diversi ,partiti. e che. i malati pos-' s.;_i.noprender seco partendo. Ma non basta. I non analfabeti desiderano ardentemente il libro --· il romanzo, per I~ ,più, (un romanzetto proprio bello) o il racconto di avventure fantastiche, e non pochi, anche, il libro istruttivo, e per-fino cli poesie. E sarebbe una grave m~ncanza non· accontentarli, 11011 profittare del periodo nel .quale tanta parte del nostro, popolo è nelle nostre mani, per non solo alleviare l<;>role sofferenze· e la noia delle lunghe giornate d'ospedale, ma educarli ed istruirlt. in q1mbio di tutto ciò che è stato ad essi richiesto. Dovrebbe quindi essere parte integrante d'ogni osped~k una biblioteca. formata con criteri d'opportunità, e tenuta e vigilata co:~ Biblioteca Gino Bianco

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