Vita fraterna - anno III - n. 14-15 - 30 lug.-15 ago. 1919

VITA FltATEllNA bene. Co ì Dio volesse, _pensano pesso papà e mamma, che egli porta se intatta, attraverso gli anni e le prove, questa a tenerezza innata, sgorgante da ogni fibra. Una sera, in una piccola stazione di campagna, mentre aspettava suo padre, Giulio i avvicinò a. un grosso cane~ çhe era accovacciato per terra, e aveva un'aria melanconicamente olitaria. ·«Forse vuole una caressa >, asserì dopo un momento di nflessione. Lo guardò con grande interesse, nei larghi muti occhi umidi e. fedeli: <~ Cane. vuoi una care.s,sa? > E le sue manine pas_arono e ripas arono sul pelo ruvido, con d"elicata gravità. Quando attraversa il Parco, con la mamma e la orellina, e la mamma fa os ervare la bellezza delle prime foglio ine che i schiudono co ì chlare. lucide e tremolanti, e la Giuseppina, con la 5ua immaginazione sempre pronta, imbastisce qualche toriella in proposito, egli si accontenta di affermare: « Io ci voglio bene aJJe foglie ! » e le guarda. come se face ero parte del su9 piccolo mondo d'affetti. Anche il sentimento religio o ha gìà una larga presa sul suo cuoricino. Un giorno, quando aveva appena due anni e mezzo, ne offrì· la prima rivelazione. Parecchio tempo prima. la mamma aveva tenuto una breve predica alla Giu eppina per convincerla ad un piccolo acrificio nece sario: « Guarda. dà retta al.a tua mamma. Dopo ti troverai tanto contenta, sentirai nel tuo cuore. Ge ù, che ti dirà: brava bambina.> La piccola aveva ceduto. Ora, (la mamma non ricordava neppure a ua e ortazione) accadde che Giulio si mostrò re tìo ad accontentarla. Era andato a prendersi le sue pantofoline e non voleva portare anche quelle de:la sorella. La mamma- tirò fuori tutti crli argomenti pos ibi!i per convincerlo all'obbedienza. Finalmente egli si piegò, andò a prendere le pantofo ine, poi i fermò diritto davanti alla mamma: E adesso che cosa mi dice Ge ù? Bravo Giulio? >. Per lui, il mondo di là ha un'evidenza chiara e lampante. Egli è rigidamente logico, non come i crrandi, poveri illusi, chi; fanno deJ.!a logica una vana a trazione. ·Perciò, un giorno in cui non i enti va troppo bene, di e: e Gesù e la mia nonnina mi chiamano, io vado in Cielo> con iderando la cosa come, perfettamente naturale. E una era, mentre stava sulle ginocchia della mamma, uscì improv-vi amente in una dichiarazione nostalgica: e Voglio andare da Gesù ! Voglio mori re! > Malgrado la proverbiale pro perità del suo piccolo colosso, la Biblioteca Gino Bianco

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