Vita fraterna - anno II - n. 19-22 - 15 nov.-15 dic. 1918

VITA FltA l'ER.NA 3o5 nostri prigionieri sia fatto 111 Italia eguà.t trat amento». Il vÒto, An.geiina Castro, lo facciaffiO\ noi tt~tti, già p~igionieri, ed è che tu a:bbia dalla suprema aut.o6tà milita,re la ricompensa al valore; o t"i cedep:emo le nostre, se ptijr son degne di stare sop.ra a un fragile pet:to di donna. * * * Dane sette del mattino alle quattroi del pomeriggio de 3, ia folla ha, stazionato compatta, imponenJte. lungo tutta la ma11111a che. prospetta i_LgoHo. La massa d,eil popolo a'Veva una grandiosi'.à che lie pa:rQle non rend'ono. · Non :I molo di S. Ca-r1o, già di' per sè grande com,e una piazza va·stiss:ma, non la piazza. della Pr:efettura, -che prospetta degnamejnte la ampiezza del porto antistanre, non solo le rive verso i.I porto franoo e a: sinistra i mol~ Siporgenti niel marie; ma vista d'occhi.o tuia fascia ne.ra contornava la sp~agigia !)er quanto ,si cercasse di indovinare un Limite all'innumere fal1ange. Per sette, otto ore mazzi enormi di fiori furono portati in a,ttesa dell'rifforta. La folla si :rradiava lungo le v;-e verso il centro in color111e se-rrate. Erano i pochi scappati verso il mezzogiorno a r0mper,e\ i.J digiuno, eppure ogni strada, pareva un cor.teo, una dimc.\St;raz=.one.Nei caiffè r:gurgitanti si p,rovavano le il111)ressioni p.iù vive. Ho presente nell-ai memoria d'essere entrato in un.o dei popolari; da una sala che s'apriva in quella d'entrata, a bassa voce, oome una congiura, si alzavano l,einote di un· gran coro: « O S:,gnor che d!al tett◊i na-t_ìo». Nessun a-ocompagnamento d'istrumenti, solo _:_ a sfondo - un se"nso generale· di commozione che dava a qud canto nudo una forza indimenticaibile\. Confuso alla foJIJa <llache dopo gl-i ono-ri dei p,r-eziosi incarich: t;cevuti. m'er.a cam sent.ir'e l'anima popolare, raccoJsi un fiorilegio d: gentilezze itatiane « mtj par che anco a Trieste, i ~abia avà il vi-so·». E ri-cordando. l'orologio della torre che per quattro anni era stato oscurato •COSÌ che i Triestini « no i vedeva l'ora> si ce- ; iiava· commentando eh-e;finalmente l'ora era in vista! M'è passata vidna, in una conversazione,. dai toni di tragedia, un''<l,Ìl-imà.rinata, il 30 dopo -dhdli,d mesi d:i sepoléro: « per -c1:odici mesi ·non sono più tiscira di casa» e lo straz:o di una· imposizione così v,io.lenta traspariva in tutto l'essere emaciato, stanchissimo, ch,tj si reggeva in piedi s.o:o sotto lo sforzo v'o,lento dell'a passione. E J'a, ho sorretta. io, a1l mqrnento dell'arrivo, ques·.a 1>iccola, cosa Biblioteca Gino Bianco

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